Analisi tecnica classica e divise digitali: tendenze e cicli di un mercato

La moderna analisi tecnica fa riferimento agli studi e alle teorie di Charles Dow. Charles Dow è stato un giornalista americano che, ai primi del ‘900, scrisse una serie numerosa di articoli sul Wall Street Journal, e molte osservazioni sui comportamenti dei mercati finanziari classici, analizzati attentamente attraverso l’utilizzo dei grafici. Si deve pertanto a lui, ed alle sue conclusioni teoriche, la nascita e la divulgazione dell’analisi tecnica tradizionale, oltre allo sviluppo dei primi indici azionari, tra i quali ricordiamo il celebre Dow Jones.

Partendo dunque dal concetto di trend vedremo come, e soprattutto quando, i concetti di Charles Dow potrebbero essere applicati alle dinamiche espresse dai mercati virtuali perlopiù ancora non completamente consolidate. Il mercato criptovalutario, alla pari delle piazze tradizionali,  si muove in trend ed anche in quest’ambito vengono riconosciute tre tipologie di tendenze principali.

IL TREND PRIMARIO

IL TREND SECONDARIO O INTERMEDIO

IL TREND MINORE

Il trend primario prende in considerazione il movimento che la moneta ha avuto per un periodo compreso tra uno e tre anni.

Il trend secondario o intermedio, tiene conto delle correzioni all’interno del trend primario, considerando il comportamento del mercato di riferimento per un periodo che va da tre settimane a tre mesi.

Il trend minore, in ultimo, valuta le piccole variazioni di prezzo all’interno della tendenza intermedia, della durata inferiore alle tre settimane.

Il trend primario tuttavia implementa ben quattro fasi, ovvero può essere suddiviso in quattro cicli:

IL CICLO DI ACCUMULAZIONE

IL CICLO DI RIALZO

IL CICLO DI DISTRIBUZIONE

IL CICLO DI RIBASSO

Durante la fase di accumulazione gli operatori finanziari acquistano molte unità di moneta, a prezzi contenuti, cercando di non destare l’attenzione degli small traders, dando il via ad un ciclo privo di direzionalità concreta.

Nella fase di rialzo si dimostra l’intervento in massa degli investitori che prendono posizione in seguito a delle buone news provenienti dai fondamentali,  messe poi in risalto dai mass media. Si tratta di un ciclo direzionale che registra un aumento considerevole delle quotazioni, insieme ad un visibile incremento dei volumi di scambio.

Nel ciclo di distribuzione i traders professionisti che avevano accumulato durante la prima fase, cominciano per gradi a realizzare i profitti che avevano prodotto nella fase rialzista, vendendo al cosiddetto “parco buoi”, cioè agli operatori non professionisti che in genere si attivano e comprano sui massimi del mercato.

Nella fase di ribasso, che è l’ultima delle quattro fasi declinate, si assiste ad un crollo delle quotazioni in virtù delle vendite diffuse che non trovano controparti. Chi si imbatte in questo ciclo è essenzialmente l’operatore non professionista, uno small trader, dove le vendite non trovano controparte, venendo a mancare i volumi in acquisto per sostenere il rialzo. In buona sostanza ci sono troppi venditori e pochi compratori, e questo fa in modo che scendano rapidamente i prezzi, preparando il mercato ad una nuova fase di accumulazione: é a questo punto che si forma il presupposto e la condizione per un nuovo ciclo completo di, ACCUMULAZIONE – RIALZO – DISTRIBUZIONE – RIBASSO.

 

In figura, sopra, è possibile osservare un esempio  delle fasi di accumulazione, rialzo, distribuzione, ribasso e la loro ripetizione una volta esaurito il ciclo. In questa circostanza il trend può assumere la tendenza rialzista oppure ribassista. Un trend rialzista, definito anche trend up, si ha fino a quando ogni rialzo crea un nuovo massimo ed ogni correzione produce un minimo superiore al minimo precedente. Nella figura proposta in basso é raffigurato un trend rialzista con pendenze ed angoli di inclinazioni definiti. Inoltre è possibile osservare chiaramente la formazione di nuovi minimi relativi ad un livello di prezzo superiore, rispetto ai minimi precedenti. In questo caso abbiamo un evidente caso di trend rialzista, ovvero di mercato bullish. In un trend siffatto i volumi aumentano quando il cambio sale, mentre si contraggono nei momenti di ritracciamento quando si generano i minimi relativi.

Nell’immagine che segue invece, viene raffigurato un trend ribassista, detto anche down trend, fino a quando la discesa crea nuovi minimi ed ogni rebound (rimbalzo) produce nuovi massimi decrescenti; in questo modo rimane e viene confermato il bearish market, ossia il mercato ribassista. In figura è rappresentata questa situazione. Come in una tendenza rialzista, in un valido trend ribassista i volumi aumentano quando il cambio si canalizza in una discesa, mentre diminuiscono nel momento in cui ritraccia per formare dei massimi relativi.

Abbiamo dunque esaminato come identificare una tendenza rialzista oppure un trend ribassista, in più abbiamo visto come le contrattazioni di qualsivoglia mercato finanziario, compreso quello afferente le valute virtuali, segua quasi sempre un ciclo prestabilito. Ne deriva che nonostante i mercati classici siano statisticamente più avvantaggiati per il loro consolidamento avuto negli anni rispetto alle divise digitali,  i parametri di Dow costituiscono pur sempre un punto di riferimento ed una chiave di lettura attendibile man mano che il tempo passa e la Market Cap aumenta sui tokens e sulle coins virtuali.

Di Vincenzo Augello

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