A sostenerlo è il CEO di coinbase, che in un post pubblicato un paio di giorni fa sul blog ufficiale dell’exchange, ha affermato di essere convinto che questo decennio sarà quello che sancirà l’integrazione massiva di funzionalità orientate alla tutela della privacy nelle principali criptovalute; come noto, infatti, anche lo stesso bitcoin non può essere considerato una moneta atta alla protezione della privacy, anzi, è vero il contrario, le transazioni BTC sono decisamente facili da monitorare. Nel corso del decennio appena iniziato, sostiene Armstrong, l’aspetto relativo alla privacy diventerà uno dei settori a cui gli sviluppatori delle varie monete si dedicheranno con maggiore impegno; più nello specifico il CEO ha scritto che:
“Proprio come il modo in cui Internet è stato lanciato con HTTP, e solo successivamente ha introdotto HTTPS come predefinito su molti siti Web, credo che alla fine vedremo blockchain con funzionalità di privacy integrate che otterranno l’adozione mainstream negli anni ’20”
Trovo che questa analisi sia molto interessante e penso che possa anche rivelarsi corretta sulla base di quello che osserviamo attualmente; come abbiamo avuto modo di scrivere in numerosi articoli, infatti, il GAFI ha preteso un giro di vite contro le cripto anonime, come ad esempio Monero, e questo ha già indotto diversi exchange, anche molto rilevanti sulle piazze asiatiche, a procedere al delisting di questo tipo di monete. A non essere toccate da tutto questo sono state invece le monete che non contemplano nativamente l’anonimato delle transazioni ma che integrano questo tipo di possibilità a discrezione dell’utente; questo significa, in parole povere, che di per se questo genere di criptovalute non sono anonime, è il singolo utente, di volta in volta, a definire il livello di privacy che vuole avere per ogni singola transazione disposta. Se questa dovesse rivelarsi la piega che effettivamente prenderà il mercato, però, la cosa sancirebbe un duro colpo per tutte quelle monete che fino ad oggi hanno fatto dell’anonimato delle transazioni il centro della propria attività; monete come ZEC, o la stessa XMR, perderebbero di senso e utilità, finendo inevitabilmente per scomparire dal momento che non ci sarebbe più alcun concreto interesse nell’utilizzarle.
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