Il nuovo aggiornamento della rete Monero è avvenuto con successo lo scorso 30 Novembre; col rilascio di RandomX, un nuovo algoritmo di mining, la rete XMR diventa ancora più resistente al mining con ASIC e, conseguentemente, più decentralizzata e più sicura. I circuiti ASIC, per chi non lo sapesse, non sono altro che macchine sviluppate ad hoc per minare un determinato tipo di criptovaluta, quando una rete non è ASIC resistente, come ad esempio nel caso di bitcoin, quello che succede è che nel lungo periodo tende a centralizzarsi per effetto degli investimenti dei grandi player del mercato che possono dedicare più denaro all’acquisto di potenza di hash. RandomX, in ogni caso, non solo rende la rete ASIC resistente ma, essendo ottimizzato per il mining da CPU, rende anche più complesso minare con le schede grafiche, di conseguenza possiamo considerare questo aggiornamento come teso a rendere sempre più inclusivo monero per i piccoli minatori.
C’è da dire però che non tutta la comunità condivide la direzione presa dagli sviluppatori di monero, alcuni, ad esempio, non sono per nulla convinti che sviluppare un algoritmo di mining ASIC resistente sia utile ai fini della decentralizzazione; a pensarla così, giusto per citarne un paio, Vitalik Buterin (fondatore di ethereum) e Bran Cohen (sviluppatore del protocollo BitTorrent) secondo i quali la resistenza all’ASIC è qualcosa che si può solo inseguire e mai veramente conseguire pienamente, per non parlare del fatto che rende la rete più esposta agli attacchi 51%. Per quanto riguarda la sicurezza, chiaramente, dipende sempre da quanto è estesa e decentralizzata la rete, certo, se la rete esprime poca potenza di calcolo l’ASIC resistenza potrebbe renderla paradossalmente più fragile, ma non mi pare sia questo il caso di monero; in questo momento, infatti, il vero problema di monero non è ne la sicurezza della rete ne l’algoritmo di mining, bensì il giro di vite voluto dal GAFI (gruppo di azione finanziaria internazionale) che ha sostanzialmente imposto ai grandi exchange decentralizzati, che operano a norma di legge con licenza rilasciata dalle diverse autorità di regolamentazione locali, il delisting delle criptovalute anonime tra cui, appunto, proprio monero, tra le primissime monete a fare le spese delle nuove iniziative intraprese dal GAFI. Per adesso, contrariamente a quanto ci aspettavamo, il mercato ha reagito in maniera abbastanza calma e non abbiamo assistito a panic selling di sorta, tuttavia la questione è dirimente e potrebbe finire comunque per mettere a repentaglio il futuro delle criptovalute anonime
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