Ci siamo occupati spesso in passato del co-fondatore della Fundstrat Global Advisor, noto per le sue posizioni iper-bullish su bitcoin, Tom Lee è senza dubbio uno dei personaggi più credibili e influenti nella comunità; ricordiamo, tra le altre cose, che è stato tra i primissimi a chiamare pubblicamente l’inizio dell’ultimo bull run, quando ancora il grosso della comunità era preda della depressione per il mercato orso prolungatosi per tutto il 2018. Le opinioni di Lee, quindi, andrebbero tenute sempre in debita considerazione, tanto più se, come nel caso attuale, a pensarla come lui ci sono alcuni degli analisti più in vista e persone di primo rilievo nell’industria blockchain. Intervistato da Fox Business nella giornata di ieri sull’impatto che l’eventuale taglio dei tassi sul dollaro potrebbe avere sull’andamento del prezzo di bitcoin, Tom Lee ha risposto:
“Il Bitcoin sta diventando sempre più una copertura per gli investitori contro tutto quello che potrebbe andare storto sui mercati. I tagli dei tassi stanno aggiungendo liquidità e la liquidità sta spingendo grandi volumi di denaro in attività a rischio, il che contribuisce a sostenere il prezzo di Bitcoin. “
Interessante anche la previsione che, nel corso della medesima intervista, Lee fa in merito al prezzo di bitcoin da qui a fine anno, anche perché è sostanzialmente identica a quella che anche noi di ValuteVirtuali abbiamo pubblicato già in diverse occasioni negli ultimi due mesi; secondo Lee, e mi trovo perfettamente d’accordo, lo scenario più plausibile attualmente è che bitcoin torni a raggiungere il proprio massimo storico (intorno ai 20mila dollari) entro la fine del 2019. Citandolo alla lettera, quello che Lee ha dichiarato è:
“Non abbiamo un obiettivo per Bitcoin, ma il massimo precedente era di 20mila dollari, penso che ci siano buone probabilità che il prezzo ritorni su quei livelli entro quest’anno. “
Ovviamente, dato che è l’argomento caldo del momento, non poteva mancare, nel corso dell’intervista, una battuta sul lancio di libra; l’occasione per chiedere a Tom Lee la sua opinione è stata l’intervento del presidente della FED (Jerome Powell) che, nella recente udienza di fronte al comitato per i servizi finanziari della camera dei deputati USA, ha espresso tutta la sua preoccupazione relativamente al rischio che Libra possa non rispettare pienamente la privacy degli utenti, oltre che il timore che questa nuova moneta possa finire con l’agevolare attività come il riciclaggio di denaro ed arrivare persino a mettere a repentaglio la stabilità finanziaria globale. Lee, quindi, ha avuto modo di spiegare al pubblico a casa che:
“Libra è abbastanza diversa nella sua architettura da Bitcoin, quindi penso che alcuni dei commenti di Powell siano sensati e pertinenti, ma in realtà non si applicano a Bitcoin”
Negli ultimi tempi, per concludere, sta diventando sempre più chiaro che bitcoin rappresenta l’alternativa sana alle storture del sistema finanziario contemporaneo e, in quanto tale, finisce col rappresentare una sorta di copertura assicurativa contro eventuali crolli o, più in generale, contro le perdite che possono essere provocate da errori nella politica economica e monetaria dei vari paesi. Sembra, quindi, che gli investitori abbiano compreso che, per la sua struttura, bitcoin non può crollare, mentre il sistema finanziario tradizionale si; ecco quindi che, almeno a livello concettuale, BTC va anche oltre il concetto di bene rifugio e diventa un vero e proprio sistema economico alternativo. In questo senso, quindi, chi teme che le criptovalute rappresentino una minaccia per la stabilità del sistema finanziario globale non ha tutti i torti, ma solo perché l’integrità di tale sistema è già compromessa; in uno scenario di crisi pesante in stile 2008, per intenderci, con bitcoin sul campo da gioco il rischio di una pesante fuga di capitali dal sistema tradizionale sarebbe molto alto e questo potrebbe provocare facilmente un effetto a catena capace di aggravare ulteriormente la crisi e persino di mettere KO l’intero sistema.
Se non esistesse un’alternativa, ovviamente, le persone non avrebbero altra scelta che ingoiare le perdite e sperare che la tempesta passi il più in fretta possibile, se però l’alternativa c’è ecco che le persone sono incentivate a sfruttarla, finendo così per alimentare lo scenario di crisi; di tutto questo, però, non si può certo biasimare bitcoin, al massimo è proprio un sistema che si regge su crisi periodiche che ha in se degli elementi di rischio fisiologici. Certo, per secoli, per millenni potremmo dire, l’alternativa a questo modello non è mai esistita, quindi si sono succeduti periodi di crisi a periodi di boom economico senza soluzione di continuità, ma con bitcoin in circolazione la prossima crisi potrebbe finire con l’essere l’ultima, perché a questo giro potremmo assistere a un passaggio di massa delle persone comuni alle criptovalute; se questo dovesse succedere, se nel giro di un paio d’anni tutta la popolazione mondiale iniziasse ad usare bitcoin per regolare le transazioni di ogni giorno, ci ritroveremmo improvvisamente dentro un modello economico completamente nuovo e a quel punto i timori di persone come Powell sarebbero pienamente compiuti.
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