Bitcoin potrà prendere il posto delle valute legali ?

Secondo la cultura economica classica la moneta deve possedere tre funzioni principali:

analisi bitcoin

Riserva di valore: la moneta deve poter conservare il proprio valore nel tempo, in modo che si possa liberamente decidere se utilizzarla subito o accumularla per spenderla in futuro.

Mezzo di scambio: la moneta deve esercitare la funzione di mezzo di pagamento in cambio di beni o servizi a seguito di una accettazione comune.

Unità di conto: la moneta deve esprimere un’unità di misura comune e condivisa, in modo da determinare il prezzo dei prodotti facilitando le transazioni economiche.

Fatta questa doverosa premessa di concetto vediamo come bitcoin si pone rispetto alle funzioni appena descritte. In relazione alla prima funzione, ovvero quella di riserva di valore, non possiamo affermare con fermezza se la divisa digitale potrà conservare il proprio valore in futuro.

In effetti nonostante sia prestabilito dal software di sistema un limite totale delle unità di criptovaluta in circolazione (21.000.000), non si può prevedere con certezza la futura domanda di bitcoin da parte degli individui, variabile assoluta di riferimento del prezzo della criptovaluta.

La domanda di bitcoin in avvenire dipenderà dal suo utilizzo futuro come strumento di pagamento. In buona sostanza il valore di mercato di bitcoin è ancora troppo volatile, per cui risulta tuttora complicato considerare bitcoin come strumento di riserva di valore. C’è da aggiungere, tuttavia, che negli ultimi mesi le quotazioni mostrano una netta discesa dei valori di deviazione standard, quasi a dimostrare la ricerca di un prezzo maggiormente “equo”.

La funzione di mezzo di scambio sembra quella che bitcoin soddisfi di più. Con bitcoin si possono fare pagamenti in modo semplice, veloce e a costi ridotti rispetto agli altri sistemi di pagamento tradizionali. Peraltro garantisce elevati livelli di privacy. Ciò nonostante la criptovaluta non è ancora universalmente condivisa come strumento di pagamento, anche se sono in progressivo aumento gli esercizi commerciali, sia fisici che online che la accettano.

In più i volumi di denaro scambiati attraverso bitcoin sono soltanto una piccola parte dei volumi totali scambiati tramite i sistemi per i pagamenti elettronici tradizionali, e le frazione risulta essere ancora più modesta se si considera che molte transazioni di bitcoin non riguardano l’acquisto di beni o servizi, ma sono processate per esclusivi  scopi speculativi.

In definitiva anche il futuro utilizzo di bitcoin come mezzo di scambio non è così sicuro, ed è incerto da prevedere in questo momento, dove i poteri forti remano contro, per il timore di cedere il controllo della politica monetaria ad un algoritmo.

L’ultima funzione, l’ unità di conto, è quella che più difficilmente bitcoin riesce a rispettare. La volatilità elevata, tipica di una moneta ancora giovane, in verità ne complica l’utilizzo come unità di conto per determinare il valore dei beni o dei servizi. Infatti il tasso di cambio verso l’euro o verso il dollaro varia più volte nello spazio di una sola giornata.

Per questa ragione, in genere, i prezzi dei beni sono espressi in valuta legale e convertiti in bitcoin al momento della vendita secondo il tasso di cambio corrente.   

Da quanto emerso finora si può intuire che resta complicato per bitcoin soddisfare in modo completo le tre funzioni che implementano una moneta legale, sia attualmente che in previsione futura. Non presupponendo un’autorità centrale che imponga l’utilizzo o l’accettazione del bitcoin come strumento di pagamento, il suo futuro non può che dipendere dalla volontà degli individui di utilizzarlo ed accettarlo, considerando i vantaggi di sistema che la divisa digitale chiaramente contiene.

Il bitcoin come mezzo di scambio, soprattutto, potrebbe trovare ampia diffusione in futuro, anche se è ancora prematuro per affermarlo, considerando che il fenomeno delle criptovalute è tuttora giovane. Sarà fondamentale alla diffusione lo sviluppo dei servizi legati al mondo della criptovaluta, che dovranno fornire maggiori garanzie di sicurezza e rendere, se possibile, ancora più facile ed accessibile tale mondo.

Essenziali saranno le decisioni dei Governi e delle istituzioni in merito alla determinazione normativa e fiscale entro cui ricomprendere Bitcoin e le altcoin. Ciò che probabilmente rimane importante per l’attuazione concreta della moneta digitale su scala mondiale è legato alla circostanza che bitcoin mantenga le sue caratteristiche originarie connesse alla decentralità.

Si tenga conto, invero, che l’eventuale  progressivo abbandono del mining da parte dei miners con minori potenze di calcolo, che non riescono più a far fronte ai costi di energia elettrica e manutenzione, può generare in avvenire un’attività di mining concentrata nelle tastiere di pochi soggetti, o financo di un solo minatore, che si trasformerebbe in una sorta di autorità centrale.

In questo stato di cose si manifesterebbe un vero e proprio fallimento di bitcoin e della sua ideologia costitutiva come sistema decentralizzato; tra l’altro la fiducia nella correttezza della blockchain potrebbe venire meno per gli enormi poteri di manipolazione nelle mani del monopolista, con gravi conseguenze sull’uso della criptovaluta e sul suo valore.

Solo alla luce dei prossimi sviluppi, saremo in grado di avvertire se le criptovalute coabiteranno con le monete legali o ne prenderanno addirittura il posto.

Di Vincenzo Augello

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