Le cose sono cambiate nel giro di poche ore, per quel che riguarda le previsioni sul prezzo di Bitcoin, che fino a ieri si riteneva potesse raggiungere nuovi picchi prima del tanto atteso evento dell’Halving, mentre oggi questo scenario sembra quello meno realistico.
Crollano le previsioni sul rialzo di Bitcoin prima dell’Halving
Sono improvvisamente crollate, le previsioni sul rally di prezzo di Bitcoin prima dell’Halving, con nuovi scenari che si prospettano all’orizzonte mentre il valore della crypto numero 1 per capitalizzazione di mercato scende al di sotto dei $67.000.
Ci si aspettava, quanto meno fino a ieri, che il prezzo di Bitcoin raggiungesse nuovi massimi storici prima dell’Halving, ma questo molto probabilmente non succederà. Il rialzo di prezzo è ancora previsto, comunque, in seguito al concludersi dell’evento, ma le previsioni circa il pre-halving sono decisamente cambiate.
Dal nuovo massimo storico che BTC ha toccato il 14 marzo, raggiungendo il prezzo di $73.800, il prezzo è sceso dapprima intorno a $60.000, per poi recuperare almeno in parte fino a toccare i $63.000. Questa correzione aveva come livello di riferimento i $65.000, valore intorno al quale BTC ha continuato ad oscillare per una decina di giorni.
In seguito il prezzo di Bitcoin ha ripreso a salire, fino a raggiungere quota $70.000, livello di prezzo sul quale BTC ha sostato per circa una settimana, ma ora abbiamo appena assistito ad un nuovo ribasso che ha portato la prima crypto per market cap intorno ai $67.000.
Quali sono le cause del recente calo del prezzo di Bitcoin?
Il calo del prezzo di Bitcoin è iniziato più o meno con la riapertura delle borse valori degli Stati Uniti dopo il fine settimana, ma nel mercato crypto la correzione è stata decisamente più sostanziosa. Al momento della stesura BTC viene scambiato a $66.233 secondo i dati di CoinGecko, con un calo del -6,9% negli ultimi 7 giorni, e del -4,6% a 24 ore.
Le cause di questo improvviso trend ribassista sembrano essere legate al pericolo di un’escalation in Medio Oriente, innescata dal recente attacco di Israele a un consolato iraniano in Siria.
In particolare il movimento ribassista sarebbe dovuto al fatto che un’eventuale escalation in Medio Oriente avrebbe ripercussioni sul mercato petrolifero. Infatti, sebbene né Israele né la Siria siano Paesi esportatori di greggio, l’Iran lo è.
Il rischio è quindi che le esportazioni possano diminuire, causando un aumento del costo del petrolio, e quindi dell’inflazione. Infatti, fino a pochi giorni fa, i mercati erano convinti che la Fed avrebbe iniziato a tagliare i tassi di interesse a giugno, ma ora questa prospettiva si è un po’ indebolita, tanto che i mercati stessi stanno spostando il loro focus su luglio. Il prezzo di Bitcoin è legato alla liquidità presente nei mercati finanziari, e un mancato taglio dei tassi di interesse contribuirebbe alla continua riduzione di questa liquidità.
Nottetempo poi si sono diffuse alcune paure riguardo a Binance, il più grande exchange crypto oggi. È infatti emerso che Binance Labs potrebbe aver iniziato a vendere alcuni dei suoi token di investimento, in particolare GMT, e questo non fa che alimentare il sentiment di sfiducia con conseguenze evidenti sull’intero settore delle criptovalute che sta registrando un calo significativo nel suo complesso.
Guardando alcune delle prime crypto per market cap, oltre a BTC sono in significativo calo sia su base giornaliera che settimanale anche ETH (-4,6% a 24h), BNB (-3,7%), SOL (-7,1%), XRP (-3,3%).
Se, come molti trader sperano, il mercato delle crypto sta subendo un calo del tutto momentaneo, destinato a lasciar posto a un nuovo trend rialzista a ridosso dell’Halving che è previsto tra il 20 e il 21 aprile, questo potrebbe essere un buon momento per comprare criptovalute.
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