Ecco i motivi per cui Bernstein ha bocciato le azioni Eni: non sono più da comprare ma solo da mantenere (hold)
Ecco i motivi per cui Bernstein ha bocciato le azioni Eni: non sono più da comprare ma solo da mantenere (hold)
Per tantissimo tempo le azioni Eni sono state un buy fisso di Borsa Italiana. Per mesi il titolo del Cane a Sei Zampe ha potuto godere di una forte convergenza di opinioni tra i vari analisti che, nonostante le naturali diverse sfumature, convergevano su un’indicazione ben precisa, quella di comprare azioni Eni.
Adesso, però, sembrano esserci meno certezze e il buy non è più granitico come prima. Ma cosa è successo e soprattutto quali sono le cause di questo peggioramento della view sul colosso petrolifero? Vediamo nel dettaglio anche perchè conoscere i fatti è il solo modo per capire come andarsi a posizionare poi sul titolo Eni. Meglio long o short trading?
Tra gli analisti più entusiasti sulle prospettive delle azioni Eni ci sono sempre stati quelli di Bernstein. Gli esperti di questo broker hanno sempre mantenuto un rating buy sul titolo. Ultimamente però la prospettiva di Bernstein è cambiata e Eni ha perso il suo rating buy. Tecnicamente si dice che siamo in presenza di un downgrade. Il nuovo giudizio assegnato al Cane a Sei Zampe è hold ossia mantenere.
La bocciatura rifilata ad Eni non è stato il solo intervengo a gamba tesa degli analisti di Bernstein. Gli esperti hanno anche tagliato il target price scendendo dal precedente 17,5 euro a 15 euro. Tenendo conto che le quotazioni di Eni oscillano in area 14,40 euro, è palese che il potenziale di upside del titolo, adottando il punto di vista di Bernstein, si sia notevolmente ridotto.
Insomma è una bocciatura su tutta la linea quella riservata da Bernstein alle azioni Eni.
Visto il drastico cambio di valutazione rispetto a quella passata, la domanda viene da sè: quali sono le ragioni alla base di questa radicale modifica nell’approccio?
Gli analisti nel loro report hanno posto in evidenza il positivo impatto dei prezzi del gas a livello europeo sull’andamento del titolo Eni ma hanno poi aggiunto che questo trend che ha caratterizzato gli ultimi due anni adesso potrebbe cambiare del tutto. Bernstein lo dice chiaro: la normalizzazione dei prezzi e degli spread potrebbe mettere sotto pressione Eni.
Per quello che riguarda la cedola, gli esperti non possono che valutare in modo positivo il rendimento da dividendo di Eni anche perchè sull’esercizio in corso (stacco nel 2025) la cedola è stata alzata a 1 euro. Tutto molto bello ma l’aspetto da non tralasciare è il fatto che il payout di Eni continua ad essere più basso rispetto a quello dei quello dei competitors e tutto questo con un un programma di riacquisto di azioni proprie (buyback) che è più ridotto rispetto alle stime della vigilia.
Un taglio di rating da buy a hold non lascia spazio alla view positiva. Quantomeno i trader dovrebbero essere più prudenti sul titolo Eni. Anche perchè gli stessi esperti di Bernstein nella loro valutazione hanno tagliato le stime sulla quotata del Cane a Sei Zampe.
In particolare tenendo conto di una previsione di 80 euro al barile come prezzo medio del Brent, gli analisti si attendono che Eni chiuda il 2024 con un utile per azione adjusted pari a 2,07 euro e di un Ebit che dovrebbe attestarsi a 11,4 miliardi di euro.
Ma Berenberg ha anche tagliato in media del 14 per cento le stime di EPS e di Ebit. Ciò è avvenuto a causa dell‘ipotesi di guadagni inferiori del GAP ma anche a seguito di una maggiore debolezza nei settori chimico e di raffinazione.
Tirando le somme, secondo Bernstein le azioni Eni non sono care ma ci sono alcuni elementi sfavorevoli come il contesto generale e il payput più basso rispetto a quello della concorrenza che inducono ad essere più prudenti ma anche a privilegiare altre azioni dello stesso settore. Eni, quindi, è solo ma mantenere ma non da comprare.
Nonostante questa bocciatura, Eni non è comunque un titolo da non considerare. Attraverso i CFD, infatti, si può sempre speculare al ribasso (short trading) oltre che ovviamente al rialzo (long trading).
Le due piattaforme che suggeriamo di usare per operare sono:
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