Criptovalute, quale futuro per Bitcoin e i suoi fratelli? Facciamo un breve viaggio nel tempo nel futuro delle criptovalute

Normalmente, avvicinandosi alla tecnologia blockchain e prendendo confidenza con quella che è la sua creatura più nota, bitcoin, una delle prime domande che ci si tende a fare è se queste criptovalute abbiano un futuro o se non finiranno con l’essere solo una moda passeggera; è una domanda sensata da farsi, anche se ad una rapida analisi dei fatti, allo stato attuale delle cose, forse lo era maggiormente fino a qualche anno fa. Bisogna infatti considerare che bitcoin, la cripto più anziana sul mercato (nonché sostanzialmente la prima sia per capitalizzazione che anagraficamente), esiste ormai da oltre dieci anni, un periodo di tempo abbastanza lungo da rassicurare chiunque relativamente al fatto che non si tratta semplicemente di una moda. L’esempio più simile quando penso a una moda passeggera è Second Life (i più anziani ricorderanno di cosa parlo, gli altri googolino sulla tastiera con le loro giovani dita se vogliono capire di cosa stia parlando), che ancora oggi esiste ma non gode più di tutta quella visibilità di cui godeva una volta; ecco, guardando all’esperienza Second Life quello che è successo è che ha attratto sempre più utenti nei primi due o tre anni di vita, poi l’interesse è cominciato a calare. Quando parliamo di bitcoin, invece, non assistiamo a questa parabola dell’interesse che prima sale molto velocemente e poi all’improvviso inizia a scemare in maniera costante, come nel caso Second Life; con bitcoin abbiamo delle grandi esplosioni di interesse tra le quali l’adesione continua a crescere in maniera costante e così l’industria e l’ecosistema che le ruota attorno. Il prezzo, quello si, tanto del mercato (inteso come capitalizzazione complessiva di tutta l’industria), quanto quello di bitcoin continua a salire e scendere (ma in una tendenza generale che è di crescita), ma in termini di applicazioni, di persone che usano questa tecnologia, l’ecosistema viene da dieci anni di crescita continua. Su Second Life, in poche parole, per quanto ci si potesse impegnare a costruire ciò che si costruiva rimaneva su Second Life, l’industria blockchain invece esiste nel mondo reale, alimenta conferenze, viaggi, raduni, meeting, grandi eventi, è nella vita reale delle persone reali, incarnata attraverso l’uso di quelle che chiamiamo, ormai comunemente, criptovalute. Questo significa allora che tutti quelli che stanno comprando bitcoin oggi diventeranno milionari? Eh, andiamoci piano, le cose non sono così semplici. Intanto partiamo dal presupposto che il prezzo dipenderà molto dall’adozione, intesa sia come numero di persone che useranno questi strumenti, sia come tipo di utilizzo che se ne farà. Bisogna poi considerare la possibilità che di tutta la galassia delle cripto che vediamo oggi, alla lunga, possa finire col sopravvivere solo bitcoin (e al massimo un paio di altri progetti), ma potrebbe anche darsi il contrario, che da qui ai prossimi 20 anni il numero di progetti sia aumentato esponenzialmente; nel primo caso il prezzo di bitcoin andrebbe sicuramente alle stelle, nel secondo potremmo avere un’adozione di massa nei confronti della tecnologia ma col prezzo di BTC che potrebbe anche valere meno di quello che vediamo oggi (perché magari molta liquidità passerà su altri progetti). Dal momento che il numero di monete disponibili è limitato un’altra variabile è rappresentata dall’uso che si fa di queste monete; ovviamente maggiore sarà il numero delle transazioni e maggiori saranno le quotazioni che bitcoin potrà raggiungere, mentre se rimarrà quello che in tanti oggi affermano essere, cioè oro digitale, allora il prezzo verrà determinato solo dagli scambi sui mercati e dagli acquisti di grandi e piccoli risparmiatori, provocando certamente dei rialzi, ma non paragonabili a quelli che noteremmo se bitcoin diventasse, per fare un esempio, la moneta con cui la casalinga di Voghera compra il pane alla mattina. Quindi, riassumendo, il prezzo di bitcoin, almeno per quanto mi riguarda, è da considerarsi svincolato dal successo che potranno avere le criptovalute in futuro; potremmo anche ipotizzare che, come tanti osservatori affermano, il prezzo di un bitcoin tocchi il prossimo massimo a 100mila dollari, rispetto alle quotazioni attuali sarebbero circa 10 volte l’investimento iniziale. Parliamo quindi di cifre importanti, ma che non cambiano la vita a una persona che investe quei mille euro (incassandone 10mila, secondo una delle più rosee previsioni); a quel punto, però, nessuno garantisce che quel nuovo massimo appena toccato non finisca col rimanere il punto più alto mai raggiunto dal prezzo di bitcoin, senza con questo che ci sia bisogno che bitcoin muoia e magari anche in presenza di un mercato che continua a crescere e che raggiunge l’adozione di massa. Spesso, infatti, dal discorso vengono completamente escluse quelle che vengono chiamate CBDC, cioè vere e proprie criptovalute garantite dalle banche centrali dei vari paesi, che secondo me giocheranno un ruolo importante nel prossimo futuro; con l’avvento delle CBDC avremo quell’adozione di massa di cui abbiamo parlato, ma questo non significherà che inizieremo ad usare valuta “privata” nella vita di ogni giorno. Il fatto però di ritrovarci a gestire non più dei conti corrente in banca ma dei wallet sui nostri cellulari e sui nostri pc, inevitabilmente, ci aiuterà a prendere confidenza con la moneta crittografica e, soprattutto, il fatto che il cambio tra valute fiat (o meglio CBDC) e monete come bitcoin possa in futuro diventare molto più agevole di quanto non sia oggi, rappresenta un punto di svolta epocale per l’intero mercato. Con la nascita delle cripto di stato, perciò, dovremmo vedersi realizzare quell’adozione di massa di cui parliamo da anni, ma senza che questo implichi necessariamente che il prezzo di bitcoin nel frattempo verrà spedito nell’iperspazio. Da cosa dipende quindi il futuro delle criptovalute? Dipende essenzialmente dalla strada che prenderanno i vari paesi; più si punterà a digitalizzare le informazioni (cosa che appare sostanzialmente inevitabile) e più il mondo delle cripto avrà spazio per crescere e prosperare. Quelle che chiamiamo criptovalute, infatti, non sono altro che vere e proprie reti, quindi delle infrastrutture, per cui su quelle infrastrutture puoi costruire quasi di tutto, qualunque strumento abbia bisogno di una base dati per funzionare può essere costruito su queste “autostrade informatiche” per essere al contempo sia archiviato che reso disponibile alla consultazione; più le reti (quella di bitcoin, ethereum, etc) vengono usate per sviluppare strumenti che utilizziamo nella vita di tutti i giorni, più il prezzo delle rispettive monete salirà. Il futuro delle criptovalute, per concludere, appare quindi roseo, ma a patto di capire che con questo s’intende il fatto che la tecnologia ha già vinto la sua sfida e si è dimostrata efficiente e funzionale nei diversi casi d’uso, cosa che, chiaramnete, non significa necessariamente che il prezzo di un determinato gruppo di criptovalute andrà conseguentemente alle stelle rendendo tutti ricchi. Insomma, se vi state chiedendo se nel 2030 tutto il mondo pagherà usando criptovalute, allora la risposta a questa domanda è si, le cose andranno proprio così; se però vi state chiedendo se comprando 375€ di bitcoin oggi diventerete milionari nel 2030, la risposta a questa domanda è che per queste cose dovreste rivolgervi a un indovino.

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