Che cos’è il consorzio R3?

Per fronteggiare il pericolo blockchian, le più grandi banche del mondo hanno aderito al consorzio denominato R3. Il consorzio con sede a New york  in verità è stato fondato da David Rutter, il fondatore ha riunito circa 70 banche tra banche investimento e commerciale, per l’italia hanno aderito Intesa San Paolo e Unicredit banca.

La mission di questo consorzio è quello di lanciare una piattaforma proprietaria che sfrutta la tecnologia blockchain, i colossi bancari hanno capito che la rivoluzione ormai è imminente. Le banche più esposte al pericolo sono quelle commerciali in quanto vivo di commissioni in quanto rappresenta la seconda voce di ricavo, invece le banche di investimento sono  meno minacciate da questo tipo di tecnologia infatti il loro guadagni provengono principalmente da investimenti e non da commissioni.

Consorzio R3: Cos’è e di cosa si occupa?

Le tecnologia blockchain rappresenta una vera è propria minaccia per questo tipo di banca, questa tecnologia disintermedierebbe  completamente le transizioni. Ma il pericolo non riguarda solo le banche ma anche per tutti quei business che basano la loro remunerazione sulle commissioni basti pensare a ebay oppure groupon.

I consorziati riuniti hanno creato la loro piattaforma per transazioni finanziarie  chiamata Corda. Il team guidato da Jeams Carlyle ha impiegato circa sei mesi per costruire una piattaforma da zero, il team è stato supportato dall’ingegniere Mike Heam che vanta una certa esperienza nel settore.

Ovviamente le critiche non si sono fatte attendere in quanto gli esperti del settore sostengono che non è una vera tecnologia blockchian in quanto manca uno dei requisiti fondamentali che è alla base di questa rivoluzione finanziaria cioè un database distribuito dagli utenti.

Questa tecnologia è completamente open source ed ogni istituzione finanziaria può avvalersi di questa piattaforma, inoltre collegandosi al sito corda.net gli utenti possono contare su una community attiva in forte crescita. Era chiaro fin dal primo momento che la tecnologia blockchain avrebbe portato un certo subbuglio nel mondo finanziario i consorziati cercano di muoversi rapidamente anche se sono già nati i primi malumori all’interno del consorzio, pochi giorni fa Goldman Sachs nota banca d’affari statunitense ha lasciato il consorzio sostenendo di volere creare la propria blockchain.

La scelta fatta da Goldman Saches per alcuni operatori del settore sembra quanto mai azzeccata,  la banca ha compreso prima di tutte la rivoluzione investendo direttamente in startup come Circle, il noto portafoglio elettronico di cryptovalute, e in Digital asset holding.

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