Wall Street oggi rimbalzerà dopo il crollo di ieri? Ecco le previsioni

La borsa di Wall Street è andata a picco dopo il dato sull’inflazione Usa

C’è un motivo se oggi il clima a Piazza Affari appare così blando. Gli investitori sembrerebbero evitare di assumere posizioni troppo rigide almeno fin quando Wall Street non aprirà la seduta. La vera scommessa della giornata, infatti, è proprio sull’orientamento della borsa americana dopo che la stessa, neppure 24 ore fa, è affondata in scia alla diffusione di un dato sull’inflazione superiore alle attese.

insegna Wall Street e trader che pensa
Cosa potrebbe succedere dopo il crollo di Wall Street nella seduta di ieri - ValuteVirtuali

Ciò che si chiedono anche i trader italiani è se Wall Street rimbalzerà dopo il crollo di ieri oppure se il trend al ribasso è appena all’inizio. Dall’orientamento in avvio di scambi della borsa Usa dipenderà quindi l’esito della seduta di Borsa Italiana (attualmente molto dubbio).

Cosa è successo a Wall Street ieri

I numeri attestano il passo falso condotto da Wall Street nella sessione di ieri: il Dow Jones ha perso l’1,35 per cento a 38.273 punti, l’S&P500 ha lasciato sul parterre l’1,37 per cento a 4.953 punti e il Nasdaq, facendo peggio di tutti, ha rimediato un calo dell’1,8 per cento a 15.656 punti. A scatenare le vendite sono stati i dati sull’inflazione Usa di gennaio, che hanno mostrato una crescita superiore a quelle che erano le attese degli analisti. Mercato deluso quindi anche perchè se l’inflazione è più alta delle attese allora c’è il serio rischio che il tanto atteso ribasso dei tassi FED possa essere rinviato ancora. Proprio questa è stata la paura dei traders nella giornata di ieri e da qui le vendite massicce su tutte le azioni Usa.

Il più problematico tra i tre indici del mercato Usa è stato Dow Jones che ha praticamente rimediato la peggiore seduta dal 22 marzo 2023. Questa data non è casuale essendo stato il giorno del fallimento della banca regionale SVB-Silicon Valley Bank. Insomma un precedente che fa venire qualche paura sulle prospettive di Wall Street anche perchè gli indici americani sono belli gonfi e quindi, in caso di delusione per il taglio dei tassi, la strada per le prese di profitto è agevolata.

Una cosa è certa: dopo il dato di ieri sull’inflazione, le stime per un taglio dei tassi FED già nel meeting di marzo (per la verità molto base) si sono del tutto azzerate. A marzo il costo del dollaro resterà sui livelli attuali. Non è solo una questione di sensazione ma anche il dato che emerge direttamente dai futures sui Fed funds Usa che oramai prezzano un taglio dei tassi da parte del Fomc con una probabilità pari a zer a marzo e una probabilità più bassa del 50 per cento nel meeting di maggio (anche questo dato è stato rivisto al ribasso).

Non solo ma stando al CME FedWatch (strumento con cui vengono monitorate le attese dei mercati sulle eventuali future manovre della FED) oramai i traders stanno scommettendo sulla probabilità che la FED possa lasciare tutto fermo fino a giugno. Attualmente questo scenario ha una probabilità pari al 24,2 per cento contro l’appena 3,2 per cento di poche settimane fa.

Insomma non ci sono dubbi sul fatto che nei prossimi mesi i tassi FED resteranno alti.

Secondo Ben Laidler, Global markets strategist di eToro, dopo il dato sull’inflazione Usa di gennaio è crollato il consensus favorevole a quella che era stata definita come disinflazione immacolata guidata dalla produttività e il focus è tutto tornato all’inflazione. Per l’esperto ci sono molti fattori che alimentano questa prospettiva a partire dall’andamento dei rendimenti obbligazionari decennali fino al rinvio dei tagli FED.

In questo contesto non è da escludere che i traders, almeno nel breve termine, possano prendere profitto anche perchè, come abbiamo detto in precedenza, Wall Street si è molto gonfiata.

Nel breve periodo, quindi, la prevalenza delle vendite è probabile in un contesto di certo aumento della volatilità.

Cosa succederà adesso a Wall Street?

Cosa attendersi a questo punto dalla borsa Usa? Contrariamente a quello che si può pensare molti traders sembrano restare ottimisti. Per Terry Sandven, responsabile strategist dell’azionario di US Bank Wealth Management, il rally degli indici americani non è finito e il crollo di ieri, in fin dei conti, ha solo permesso di tornare nell’area dei fondamentali da cui i vari panieri si erano allontanati troppo.

Grazie al ribasso di ieri, gli investitori che puntano a comprare a valutazioni ragionevoli, hanno ora lo spazio per posizionarsi sul mercato ovvero l’occasione di comprare a prezzi favorevoli.

Tra l’altro, ha poi aggiunto l’esperto, sia l’inflazione che i tassi di interesse e gli utili societari daranno sostegno ai corsi azionari più elevati. Nel lungo termine, quindi, Sandven non prevede alcuna inversione di Wall Street.

Un altro analista, Mark Haefele, Chief Investment Officer di UBS Global Wealth Management, ritiene che i recenti dati sull’inflazione abbiano confermato lo scenario di base di UBS secondo il quale ci sarà un atterraggio più morbido con crescita più lenta, inflazione in calo e tagli dei tassi FED di 100 punti base a partire dal secondo trimestre 2023.

Per investire sulla borsa di Wall Street sfruttando questa nuova situazione che si è venuta a creare dopo un dato sull’inflazione maggiore delle attese, si possono usare questi due broker CFD:

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