come funziona la piattaforma cinese che vuole rivoluzionare l’intrattenimento online
TRON è sicuramente uno dei progetti che negli ultimi mesi ha attratto maggiormente le attenzioni dei patiti di criptovalute; come però accade di norma nel mondo delle cripto oltre alle attenzioni degli estimatori questa piattaforma ha accumulato un numero anche piuttosto alto di detrattori calamitando un notevole astio da buona parte della comunità. Per chi sta iniziando a interessarsi a TRON, quindi, diventa importante riuscire a capire se ci abbiano visto più lungo gli estimatori o i detrattori, dal momento che tutti investiamo per profitto e non certo per la gloria o per simpatia. Come al solito, poi, a complicare le cose ci si sono messi pure i media mainstream che hanno contribuito (con articoli anche fin troppo entusiasti) a generare un certo hype intorno a una piattaforma che, invece, nella comunità delle criptovalute non sembra godere di grande fiducia, contrariamente a quello che si può leggere in giro. In questo post proveremo a fare un po’ di chiarezza spiegando anzitutto cos’è TRON, come funziona e a cosa serve, di modo da aiutare chi sta valutando la possibilità di investirci a prendere una decisione realmente consapevole e non basata solamente sull’hype
Storia della nascita di TRON
TRON è un progetto abbastanza recente, nato con una ICO lanciata nel settembre 2017 che in pochi settimane riuscì a raccoglie oltre 70mln di dollari di investimenti; nata dall’intuizione di un giovane imprenditore cinese di nome Justin Sun, conosciuto principalmente al grande pubblico per essere stato l’unico millennial a partecipare alla scuola di d’élite imprenditoriale tenuta dal magnate Jack Ma, fondatore del colosso Alibaba Group. Questa piattaforma (al netto del notevole investimento raccolto) aveva inizialmente raccolto più critiche che applausi; il motivo è facile da capire, come tutte le ICO, infatti, la raccolta fondi si basava sulla semplice presentazione di un whitepaper, gli investitori, quindi, stavano semplicemente comprando una scatola vuota con dentro un’idea. Di concreto c’era sostanzialmente il nulla e questo tipo di approccio non è di norma particolarmente apprezzato dai maggiori osservatori del mondo delle criptovalute. Il whitepaper era comunque ambizioso, tanto da arrivare a definire i passaggi attraverso cui il progetto si sarebbe sviluppato nei successivi 10 anni e anche questo particolare suscitò non poche perplessità dal momento che, come ogni startupper sa benissimo, un progetto in fase sostanzialmente embrionale difficilmente può definire con 10 anni di anticipo il suo percorso di crescita e sviluppo. Tutta questa diffidenza ha iniziato a “sciogliersi” già pochi mesi dopo quando, tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018, la criptovaluta nativa della piattaforma (TRX) ebbe una crescita mostruosa permettendo a chi ci aveva investito di realizzare profitti astronomici; quando poi a giugno del 2018 la piattaforma ha preso fisicamente vita col lancio della mainnet questo ha rappresentato un ulteriore segnale di affidabilità per numerosi investitori che hanno quindi iniziato a guardare con maggior interesse a un progetto che, fino a pochi mesi prima, avevano sostanzialmente snobbato.
Cos’è e come funziona TRON
Iniziamo subito col dire che, come per tanti altri progetti basati su blockchain, anche in questo caso occorre distinguere la piattaforma (TRON) dalla criptovaluta nativa (TRX); lo scopo della piattaforma è quello di costruire un ambiente per la condivisione di contenuti, sia gratuiti che non, dedicati all’intrattenimento e che potranno poi essere acquistati sfruttando la criptovaluta nativa. Così come ogni altro progetto blockchain degno di questo nome, quindi, TRON ambisce a diventare il killer dei colossi che dominano l’intermediazione, in questo caso dei contenuti destinati all’intrattenimento online. TRON, per intenderci, ha messo nel suo mirino veri e propri imperi come ad esempio netflix, ma anche la stessa google e persino facebook; stiamo quindi sostanzialmente parlando di una specie di social network globale che consente la distribuzione di contenuti come film, musica e, soprattutto, giochi. La principale ambizione di TRON, infatti, è quella di rivoluzionare il mondo del gaming online, comunemente considerato uno dei segmenti più rilevanti per i progetti che lavorano nell’ambito della distribuzione di contenuti nonché uno dei più remunerativi. L’infrastruttura, sulla carta completamente decentralizzata, permette a chi produce contenuti di distribuirli senza alcuna intermediazione a livello mondiale, esattamente come accade con qualunque Dapp; progettata per supportare un gran numero di funzionalità (dagli smart contract fino alla gestione di vere e proprie ICO attraverso l’emissione di token), la caratteristica più interessante di questo progetto è che i nodi che partecipano alla rete, oltre a validare le transazioni, provvedono anche a rendere disponibile spazio di archiviazione per la gestione dei contenuti ricevendo in cambio, ovviamente, un compenso sottoforma di TRX che, successivamente, potranno spendere sulla rete stessa per acquistare contenuti digitali. La rete TRON presenta, infine, ottime caratteristiche di scalabilità ma questo è dovuto essenzialmente al protocollo di consenso impiegato, sostanzialmente un delegate proof of stake che, come i nostri lettori sanno bene, ha però il difetto di favorire la progressiva centralizzazione della rete; ecco spiegato perché, nonostante stiamo parlando di un progetto certamente interessante sotto il profilo tecnologico, caratterizzato da obiettivi concreti e definiti con precisione chirurgica, gran parte del mondo delle cripto continua a guardare con grande diffidenza a TRON dal momento che il protocollo di consenso impiegato non viene comunemente considerato adatto a garantire che la piattaforma lavori in maniera veramente e pienamente decentralizzata.
Investire in TRON: una questione geopolitica
Un aspetto che raramente viene preso in considerazione dai siti che si occupano di criptovalute e blockchain sono le implicazioni sul piano geopolitico che questo eco-sistema inevitabilmente ha; personalmente guardo sempre con grande interesse a ciò che succede in paesi come la Cina o la Russia perché si tratta di due nazioni che, per svariati motivi, dimostrano una grande capacità di sostenere i propri imprenditori (in generale, ed ovviamente anche per quel che riguarda l’imprenditoria orientata alla blockchain). Questa è una tendenza che abbiamo visto replicarsi infinite volte in numerosi settori differenti, i cinesi e i russi (in maniera più o meno spontanea) tendono a snobbare le piattaforme basate in “occidente” e a realizzarne di proprie che tendono a dominare il mercato nazionale; un chiaro esempio di questo è dato dal caso VK, il social equivalente a facebook che domina il mercato russo. Se quindi esiste un progetto che funziona in occidente cercare il suo omologo sul mercato cinese o russo ed investirci sopra si rivela quasi sempre una mossa vincente. Tornano a TRON, quindi, quello che dobbiamo considerare è che ormai da qualche anno il governo cinese sta mostrando un enorme interesse al mondo dell’intrattenimento; questa tendenza è iniziata col cinema, settore nel quale i cinesi sono ormai comunemente considerati all’avanguardia, con produzioni ultra milionarie che ormai hanno superato persino Hollywood non solo in termini di investimenti ma in molti casi persino sul piano degli incassi al botteghino. Questa tendenza, più di recente, è proseguita con i grandi investimenti fatti nel settore del calcio (una cosa che anche solo dieci anni fa sarebbe stata inimmaginabile per noi europei); i cinesi, che fessi non sono, hanno capito che dominare il mondo dell’intrattenimento è un modo di esercitare “soft power” a livello internazionale, portando in questo modo la propria “narrazione” alle orecchie di tutto il mondo un po’ come da sempre fanno gli USA che proprio attraverso il settore dell’intrattenimento (musica, cinema, etc), hanno consolidato la loro egemonia. Dal momento che l’intrattenimento è anche il cardine intorno a cui ruota lo sviluppo di TRON appare scontato che il governo cinese possa maturare in futuro (ammesso che non l’abbia fatto già) un grande interesse verso questo tipo di progetto; e come gli osservatori più attenti sanno bene un sostegno (più o meno dichiarato) di carattere governativo rappresenta normalmente una marcia in più per quasi qualunque piattaforma blockchain indipendentemente dal settore in cui opera.
Conclusioni
Chi si stesse domandando se sia opportuno o meno investire in TRON dovrebbe per prima cosa domandare a se stesso per quale motivo sta investendo; non bisogna infatti cadere nell’equivoco che si investa sempre e solo per fare profitto. Intendiamoci, nessuno investe i propri soldi per andare in perdita, ma quello che facciamo quando investiamo i nostri soldi è anche, e per certi versi soprattutto, premiare quei progetti che reputiamo migliori; detto questo se il tuo obiettivo è realizzare profitto allora investire su TRON nel medio/lungo periodo potrebbe rivelarsi un’ottima idea. Se però con i tuoi investimenti intendi anche sostenere la rivoluzione blockchain è l’idea che occorra cambiare radicalmente il modello attuale (centralizzato) con il nuovo modello reso possibile dalla tecnologia sviluppata da Satoshi allora forse dovresti pensarci due volte. Posto che in linea di massima tutti i protocolli di consenso possono finire, in un modo o nell’altro, per favorire la centralizzazione di una rete è altrettanto vero che esistono dei protocolli di consenso che sono inevitabilmente destinati a favorire questo tipo di dinamica; un protocollo come il DPOS, infatti, è completamente inadatto a garantire una vera e piena decentralizzazione, di conseguenza i progetti che usano questo tipo di protocollo di consenso, ammesso che riescano ad imporsi nei rispettivi settori, non faranno altro che sostituire gli intermediari di oggi con altri intermediari. Vantaggi ce ne sono comunque e in ogni caso, primo tra tutti un maggior controllo da parte degli utenti sui propri dati e migliori standard in termini di protezione della privacy, ma la rivoluzione (quella vera) può passare solo attraverso la piena e completa decentralizzazione di quei sistemi e modelli che oggi, invece, risultano essere perfettamente centralizzati. Progetti come TRON, quindi, non sembrano avere una reale portata rivoluzionaria in questo senso, se infatti immaginiamo un futuro in cui questa piattaforma si sia imposta sul mercato a livello internazionale quello che possiamo facilmente intuire è che usciti da un modello controllato essenzialmente da una manciata di grandi corporation (google, facebook, etc) ci ritroveremmo dentro a un modello controllato essenzialmente da una manciata di nodi; parafrasando Tomasi Di Lampedusa, quindi, un cambiamento totale che però non produrrebbe alcun cambiamento sostanziale. Quando investi i tuoi soldi in un progetto blockchain, per concludere, quello che devi chiederti è se lo stai facendo solo per guadagnare denaro o se vuoi invece nutrire e sostenere quella rivoluzione economica, sociale e culturale che è rappresentata dai modelli decentralizzati; posto in ogni caso che entrambe le posizioni sono legittime ma che solo una delle due (e ti lascio immaginare da solo quale) è anche moralmente ed eticamente ineccepibile.
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