Le sanzioni finanziarie imposte all’Iran dagli Stati Uniti dopo la crisi degli ostaggi del 1979 hanno creato un ambiente economico estremamente difficile per il paese. Nel corso degli anni, la volatilità e il deprezzamento del Rial iraniano hanno spinto molti cittadini e imprese a cercare alternative al sistema finanziario tradizionale.
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Nel 2024, le transazioni in criptovaluta legate a entità sanzionate hanno raggiunto la cifra impressionante di 15,8 miliardi di dollari, rappresentando circa il 39% di tutte le transazioni illecite nel settore delle criptovalute. È particolarmente rilevante notare che le giurisdizioni sanzionate hanno costituito quasi il 60% del valore totale dell’attività legata alle sanzioni in materia di criptovalute entro la fine dell’anno.
L’Iran ha giocato un ruolo fondamentale in questa tendenza. L’accesso limitato alle banche internazionali e l’instabilità economica hanno portato a un notevole aumento della quota di transazioni crypto legate alle sanzioni nel 2024. Secondo l’analisi di Chainalysis, questi movimenti finanziari non sono principalmente collegati ad attività illecite o iniziative governative, ma riflettono piuttosto la crescente sfiducia dei cittadini iraniani verso il loro governo e il desiderio urgente di trasferire i propri beni fuori dal paese.
La correlazione tra tensioni geopolitiche e deflussi di criptovalute
Un fenomeno interessante emerge dall’analisi dei dati: i deflussi di criptovalute dagli exchange iraniani aumentano significativamente durante i periodi di maggiore tensione geopolitica che coinvolgono l’Iran. Questi picchi si verificano tipicamente il giorno stesso o immediatamente dopo eventi legati a conflitti.
I dati di Google Trends confermano questa correlazione, mostrando picchi globali nelle ricerche del termine “Iran Israel” il 14 aprile e il 1° ottobre, date che coincidono strettamente con l’escalation dei conflitti regionali. Questi periodi di intensificazione delle ricerche corrispondono anche a forti fluttuazioni del Rial iraniano in risposta agli eventi politici e militari.
Sebbene i deflussi siano aumentati per tutti i tipi di asset digitali, incluse le stablecoin, l’analisi di Chainalysis ha rilevato un volume sproporzionatamente elevato di transazioni Bitcoin. Picchi significativi nei deflussi di Bitcoin hanno coinciso con i periodi in cui i rapporti suggerivano che l’Iran stesse preparando attacchi missilistici, con aumenti notevoli registrati il 9 e il 14 aprile 2024, nonché tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre dello stesso anno.
L’ascesa degli exchange senza KYC e le tendenze parallele in Russia
Con l’espansione dell’uso delle criptovalute in Iran in risposta alle restrizioni finanziarie e all’instabilità geopolitica, una tendenza simile è emersa in Russia. Gli exchange che non richiedono procedure di Know Your Customer (KYC) continuano a facilitare le transazioni nonostante gli sforzi di applicazione delle normative internazionali.
Chainalysis ha identificato una tendenza preoccupante: mentre il numero totale di exchange no-KYC attivi è in crescita, con startup più piccole che intervengono per sostituire quelle che vengono chiuse, gli afflussi complessivi sono diminuiti. Questo fenomeno indica che:
- Le sanzioni statunitensi e internazionali stanno avendo un impatto
- Il mercato si sta adattando attraverso una proliferazione di piattaforme più piccole
- Molti di questi servizi si rivolgono specificamente a utenti di lingua russa
- Le piattaforme elaborano transazioni con banche russe sanzionate
La mancanza di chiari dettagli di incorporazione di questi exchange rende estremamente difficile determinare dove abbiano effettivamente sede, complicando ulteriormente gli sforzi di regolamentazione.
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