Indubbiamente non è un segnale positivo, ma qual è esattamente il peso dell’espressione recentemente usata da Forbes? Il celebre magazine a tema finanza ha infatti definito XRP di Ripple, Cardano (ADA), ma non solo, “Crypto Zombie”, richiamando inevitabilmente l’attenzione di investitori e trader.
XRP e ADA sono davvero “crypto zombie”?
In un recente articolo di approfondimento sul mercato degli asset digitali, la celebre rivista Forbes ha etichettato diverse criptovalute, tra le quali figurano appunto Cardano e Ripple, come “crypto zombie”. Il termine intende indicare blockchain di primo livello con una valutazione di mercato significativa ma con una utilità alquanto limitata al di fuori della mera speculazione finanziaria.
La principale crypto zombie sarebbe, secondo Forbes, XRP di Ripple Labs. Infatti, nonostante il volume attivo di trading giornaliero di XRP, Forbes sostiene che il suo utilizzo non vada oltre la speculazione di mercato.
Poi, come accennato, c’è Cardano (ADA), il che ha sorpreso alcuni lettori. L’inserimento di questa progetto tra le crypto zombie sarebbe dovuto al fatto che questo si fonderebbe prevalentemente sulla popolarità del suo fondatore, Charles Hoskinson. I sostenitori di Cardano però ritengono che la crypto goda di ottima salute, e che l’ecosistema sia in grado di offrire ben altro oltre alle prospettive speculative, ricordando gli afflussi nela rete e le attività di sviluppo in corso.
Tra le crypto zombie anche Ethereum Classic e Algorand
XRP di Ripple e Cardano (ADA) non sono però le uniche crypto zombie secondo Forbes. A queste si aggiungono infatti Ethereum Classic (ETC) e Algorand (ALGO). La prima delle due avrebbe conquistato il suo posto tra le crypto zombie per via dell’elevato valore di mercato raggiunto nonostante generi commissioni relativamente basse sulla rete.
Per quanto riguarda invece Algorand che, dopo aver fatto la sua comparsa nel mercato delle criptovalute come Ethereum Killer, a causa della sua elevata capacità di transazione, mostra oggi un basso reddito generato dalle commissioni di transazione della blockchain per via della sua scarsa utilità.
Per i membri delle community delle criptovalute citate da Forbes sicuramente si tratta di una doccia fredda, ma d’altra parte non è detto che le cose stiano effettivamente come illustrato dalla nota rivista.
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