DOGE: la criptovaluta che sembra uno scherzo ma che forse non scherza affatto

Oggi ho deciso di parlare di DOGE, una criptovaluta a suo modo molto particolare; ci tengo a precisare da subito che quando mi sono avvicinato al mondo delle cripto inizialmente ho odiato questa moneta, tuttavia nel corso del tempo sono arrivato quasi ad affezionarmi a DogeCoin e, da quel che mi pare di capire, è una cosa abbastanza comune. Doge è in qualche modo assurdo quella moneta che se la conosci magari la eviti, ma che comunque non puoi fare a meno di amare; come si può pensare di mettersi a fare trading con una moneta che serve sostanzialmente a nulla e che è nata come uno scherzo? Occorre essere folli, ovvio no? Forse no, forse non è poi così folle e forse il nostro caro vecchio Doge un senso ce l’ha; è proprio questo quello che proveremo a capire nel corso di questo post

Dogecoin Elon Musk

Storia di Doge: una moneta nata per scherzo

Non si può parlare di Doge senza parlare di Meme e questo perché Doge nasce sostanzialmente da un Meme; facciamo un po’ di ordine, correva l’anno 2013 quando improvvisamente su internet irrompe la foto di questo cane, di razza shiba, che viene rapidamente “adottato” dal web e usato in ogni salsa possibile e immaginabile. Il meme era diventato virale e, fin qui, nulla di nuovo, contemporaneamente, però, c’era un altro fenomeno che stava uscendo dalle stanzette dei nerd e diventando virale, ed era proprio Bitcoin. Prendi uno dei Meme più virali di sempre (unanimemente riconosciuto nel 2013 come il meme dell’anno) e fondilo con una delle tecnologie più rivoluzionarie nella storia dell’uomo, ecco come nasce DogeCoin. La cosa esilarante è che un’idea nata sostanzialmente per scherzo (l’8 dicembre 2013) si sia poi ingigantita nel giro di nemmeno un mese a tal punto da arrivare a contare su una comunità di migliaia di persone toccando già nel gennaio 2014 la capitalizzazione record di 60 milioni di dollari. Insomma, uno scherzo mica da ridere. Quello che si desiderava fare è in qualche modo un piccolo sfottò al mondo delle altcoin, quello che concretamente si fece fu di costruire un piccolo colosso che ancora oggi (a distanza di oltre cinque anni) continua ad esistere in maniera caparbia, pur non avendo uno scopo dichiarato ne una vera e propria direzione. Ovviamente negli anni Doge è stato usato per le finalità più disparate, come ad esempio per finanziare lo sviluppo di una rete idrica in Kenya o raccogliere i fondi necessari a permettere alla nazionale di bob giamaicana di partecipare alle olimpiadi invernali ma più di recente questa moneta pare aver assunto una dimensione puramente speculativa (di questo però ci occuperemo meglio più avanti).

Perchè Doge è una moneta speciale

Non avrebbe alcun senso stare qui a commentare la tecnologia che sta alle spalle di Doge per il semplice fatto che questa moneta altro non è che un clone di Bitcoin; proprio questo particolare manda in bestia ogni buon massimalista, perché è incredibile come progetti che sono sostanzialmente e dichiaratamente null’altro che cloni di bitcoin, che sono privi di una direzione precisa e che sembrano andare da nessuna parte continuino così ostinatamente non solo ad esistere ma ad avere persino una comunità di sostenitori anche molto accanita. Per quanto riguarda Doge per comprendere il motivo per cui questo “scherzo della natura” continua ad esistere è sufficiente osservare le sue caratteristiche; le persone amano questa moneta perché ha commissioni estremamente basse sulle transazioni e perché la rete processa e genera un blocco ogni minuto. Anche i minatori amano Doge sia perché è una delle prime monete sulle quali ci si va a fare le ossa quando si inizia l’attività di mining sia perché è una moneta particolarmente adatta da minare in pool avendo una difficulty molto alta; tutti questi fattori nel loro insieme fanno si che Doge, pur essendo nata come una sorta di scherzo, abbia comunque ancora oggi una sua utilità che è poi ciò che la tiene in vita. Questo ci aiuta a comprendere meglio per quale motivo è poco plausibile che nel lungo periodo sopravviva una sola criptovaluta, per il semplice fatto che le esigenze degli utenti sono così vaste e numerose che è impensabile possano essere soddisfatte da una sola criptovaluta.

Il trading su Doge

Personalmente penso che si debba essere un poco folli per voler fare trading su una moneta con caratteristiche simili a Doge; diciamocela tutta, se domani mattina ci svegliassimo e scoprissimo che questa moneta semplicemente non esiste più nessuno di noi si stupirebbe. Nonostante questo le variazioni di prezzo su Doge sono relativamente regolari, in maniera quasi impressionante; se si guarda il grafico 1W dal 2014 ad oggi si può facilmente notare che questa moneta ha offerto ripetute occasioni di acquisto in una fascia compresa tra i 15 e i 35 Satoshi (in almeno 8 occasioni) offrendo la bellezza di  9 finestre d’uscita con quotazioni comprese tra i 91 e i 180 Satoshi e profitti da capogiro compresi tra un minimo di tre volte e un massimo di dodici volte la posta. In questo momento Doge è assestato intorno a quota 50 Satoshi, il punto è capire se si ha il coraggio di mettere un ordine d’acquisto intorno quota 30/40 Satoshi.  Chi è stato capace di seguire i cicli di mercato di Doge si è sicuramente arricchito un bel po’ nel corso degli ultimi 5 anni, ma c’è da dire che più passa il tempo più (a mio parere) occorre essere coraggiosi per investire in una moneta con queste caratteristiche; tuttavia in un’ottica di diversificazione del può essere intelligente decidere di tentare di investire un 10% del proprio portafoglio nella speranza che lo stesso ciclo che abbiamo visto negli ultimi anni si ripeta ancora una volta.

Conclusioni

Ci vuole sicuramente un bel fegato per mettersi ad armeggiare con una moneta come DogeCoin, sia che si tratti di fare mining sia che si tratti di fare trading, questo perché parliamo di un progetto che ha una nomea molto particolare, essendo nato in pratica come una forma di scherzo. Tuttavia le monete in giro che somigliano a Doge più di quanto faccia piacere ammettere non sono poche; di criptovalute che sono essenzialmente dei cloni di Bitcoin, che non hanno ne una strategia ne una direzione precisa da intraprendere ce ne sono a bizzeffe. Oltre alla capacità di soddisfare precise esigenze (come può essere ad esempio nel caso di transazioni veloci o con basse commissioni) molto spesso queste “catene” sono tenute in vita dalla loro comunità; per questo motivo avvicinarsi a questi progetti senza un’approfondita conoscenza espone a mio parere a rischi troppo elevati. Se una comunità si spacca al suo interno e inizia a mancare il supporto non c’è nulla che possa impedire a certi progetti di fallire nel giro anche di poco tempo; se non si è quindi abbastanza addentri a una data comunità, se non si è nella posizione di poter “annusare” in che direzione tira il vento il mio consiglio è di tenersi alla larga da certi progetti. Ciò non significa che non li si debba comunque studiare, sono del resto molto interessanti proprio per la loro capacità di sopravvivere anche in assenza di un chiaro e definito caso d’uso e senza avere lo straccio di un prodotto alle spalle, ma proprio per queste loro caratteristiche trasmettono un senso di grande insicurezza ogni qual volta si decide di andarci ad operare; al netto di questo quasi tutti i progetti che presentano tali caratteristiche hanno già regalato decine di ottime opportunità di profitto in passato ed è presumibile che continueranno a farlo ancora per un bel po’ di tempo, tuttavia è sempre bene ricordare quanto siano rischiose certe monete prima di decidere di aprire una posizione long.

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