Criptovalute: Ripple sigla una nuova partnership con Xendpay

La notizia non giunge inaspettata, di recente infatti il CEO di Ripple aveva comunicato che l’azienda si sarebbe concentrata per il resto dell’anno a sottoscrivere partnership considerate strategiche per la crescita del progetto; in questa sede, però, ci interessa più che altro sfruttare questo nuovo annuncio per fare una serie di riflessioni.

ripple analisi tecnica

Ripple sigla una nuova partnership

Detto questo procediamo con ordine e iniziamo con lo spiegare che Xendpay, anche se qui in Italia non l’abbiamo mai sentita nominare, è una delle principali aziende inglesi nel settore delle rimesse; il servizio supporta attualmente 51 valute ed è attivo in 250 paesi nel mondo, la partnership con ripple va intesa come il tentativo da parte di Xendpay di crescere ulteriormente dal momento che grazie a questo accordo potrà iniziare a trattare anche le valute di paesi come le Filippine, il Bangladesh, la Malesia, il Vietnam, l’Indonesia e la Tailandia. Invitato ad esprimere il suo parere sulla partnership Bhavin Vaghela, responsabile dell’innovazione di prodotto di Xendpa, ha dichiarato che:

Prima di questa partnership per inserire una nuova valuta dovevamo realizzare uno studio e valutare caso per caso se fosse vantaggioso oppure no; ripple ci permette di operare con maggiore libertà e flessibilità, sollevandoci da tutte le complicazioni alle quali fino ad oggi abbiamo dovuto far fronte”

Bisogna considerare che i clienti Xendpay sono prevalentemente immigrati, persone che lavorano in UK e che periodicamente inviano piccole somme di denaro alle famiglie rimaste nei paesi d’origine e questo influenza in maniera importante il business dell’azienda; se, ad esempio, ci sono comunità (pensiamo ai pakistani) particolarmente numerose nel Regno Unito e che quindi movimentano volumi importanti di denaro ve ne sono anche di più piccole che difficilmente riescono ad essere servite da aziende come Xendpay perché sarebbe antieconomico includere quelle valute nella propria operatività.

Grazie a una rete DLT, quindi, un’azienda come Xendpay può arrivare a servire anche quelle persone che hanno la necessità di spostare denaro in valute locali che generano pochi volumi e che senza Ripple sarebbe stato antieconomico servire; probabilmente noi non ci rendiamo conto di quanto importante sia l’impatto di tutto questo sulla vita di alcune persone, una questione di cui a mio parere non si parla abbastanza. Un cittadino vietnamita, ad esempio, che avesse la necessità di inviare valuta locale alla famiglia si ritrova a pagare commissioni importanti per inviare quel denaro; ci sono paesi al mondo dove anche pochi dollari permettono di sfamare una famiglia per giorni, capite bene quanto per certe persone il tema delle commissioni sulle transazioni di denaro transfrontaliere sia una questione di cruciale importanza, di vera e propria sopravvivenza.

La possibilità di usare un servizio come Xendpay, in pratica, consiste nell’azzerare, o quasi, le spese per l’invio del denaro e tutto questo è stato reso possibile grazie alla partnership con Ripple, che esiste proprio per questo motivo, per azzerare il costo delle transazioni; c’è però un particolare che non deve sfuggire in questa notizia e che ci permette, spero una volta per tutte, di chiarire un equivoco che sta confondendo le idee a molte persone. Abbiamo detto che Ripple supporta valute minori, come ad esempio il ringgit malese, che non sono invece incluse tra le 51 valute trattate da Xendpay; questo non è un particolare di poco conto anche perché ci permette di capire per quale motivo l’andamento del prezzo di XRP non è influenzato dall’uso della piattaforma Ripple. Quando diciamo che Ripple supporta il ringgit malese e come se stessimo affermando che un exchange ha in quotazione una cripto come, per esempio, TRX; attraverso la rete Ripple, in altre parole, io posso movimentare il ringgit malese senza alcuna necessità di dover cambiare in XRP.

Facciamo un esempio concreto così da capirci, nel momento in cui un cliente si rivolgerà a Xendpay chiedendo di spedire l’equivalente di 100 sterline in valuta malese presso un suo parente di Kuala Lumpur quello che avverrà (semplificando ovviamente un po’) è che Xendpay depositerà le 100 sterline sul proprio conto Ripple e poi chiederà di inviare 511,82 ringgit (al cambio attuale) al beneficiario residente a Kuala Lumpur.

A gestire la transazione saranno i nodi della rete, di conseguenza in pratica il denaro non si muove mai fisicamente, a cambiare sono solo i saldi registrati dai nodi sulla rete; una banca malese, quindi, si ritroverà un passivo di 511,82 ringgit e provvederà al saldo di quanto dovuto al beneficiario, sempre la stessa banca, però, si ritroverà anche un accredito di 100 sterline sul proprio conto per cui il totale dell’operazione sarà sempre zero. Ecco spiegato perché per movimentare denaro sulla rete ripple non è necessario prima cambiare con XRP, i vari nodi, in pratica, tracciano i saldi non solo nella criptovaluta nativa della piattaforma, ma praticamente per ogni tipo di valore; esistono poi delle applicazioni, gestite sempre dalla rete Ripple, che per funzionare richiedono il cambio in XRP, ed è l’uso di queste applicazioni che influisce sul prezzo della criptovaluta, non quello della rete in se.

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