Criptovalute garantite dalle banche centrali, l’FMI sdogana il fintech

Con una relazione pubblicata due giorni fa il fondo monetario internazionale certifica quello che noi di ValuteVirtuali stiamo scrivendo ormai da mesi e cioè che il mondo è ormai pronto ad abbracciare la rivoluzione fintech e che gli stati che si preparano ad emettere criptovalute garantite dalle banche centrali (CBDC) sono numerosi e destinati ad aumentare esponenzialmente nei prossimi anni. Il documento diffuso dal fondo monetario internazionale certifica che i paesi che si preparano ad emettere CBDC sono diversi e cita in primis l’Uruguay (che ha già lanciato un programma pilota); tuttavia sono numerosi i governi (dalle Bahamas all’Ucraina, passando per la Svezia) che hanno già avviato i lavori di preparazione per l’emissione di questi strumenti, mentre colossi come la Cina stanno tentando di fare il punto sulla situazione e comprendere bene vantaggi e svantaggi prima di incamminarsi su questa strada.

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L’FMI sdogana il fintech

Anche i paesi in cui non sono ancora partiti i lavori per l’emissione di CBDC stanno comunque tentando di comprendere meglio il fenomeno, indagando l’impatto che queste monete potrebbero avere sul settore bancario, sulla stabilità finanziaria e sulla nascita di un paradigma che aprirebbe ai privati la possibilità di attuare una vera e propria politica monetaria. I vantaggi che questi strumenti offrono sono disparati, a partire dalla riduzione del contante, con conseguente contrasto all’evasione fiscale, un aspetto che interessa particolarmente le economie già sviluppate, mentre le economie più deboli trovano soprattutto vantaggi in termini di riduzione di costi e nella possibilità di rendere più inclusivo il sistema bancario. Che i governi di tutto il mondo stiano guardando con interesse crescente alle criptovalute è un aspetto che abbiamo già avuto modo di rimarcare, e dimostrare, in decine di articoli negli ultimi mesi (a differenza di quanto fanno i giornali mainstream ancora impegnati in un’ingiustificabile mistificazione della realtà), ma le opportunità che questi strumenti offrono fanno inevitabilmente il paio con i rischi e i pericoli per la privacy dei cittadini che inevitabilmente insorgono quando questi strumenti sono sotto il controllo dei governi.

A differenza di quanto avviene sulle reti permissionless pubbliche (che non appartengono a nessuno e sono controllate dalla rete in maniera decentralizzata) dove la privacy delle persone è considerata assolutamente centrale, quando parliamo di reti sotto controllo statale ogni diritto alla privacy va a farsi benedire e tutti i nostri dati finiscono istantaneamente nelle grinfie dell’autorità. Proprio per questo motivo penso che l’emissione di CBDC finirà col rafforzare la diffusione di bitcoin e delle altre monete (più o meno anonime), perché con la scomparsa del contante, che sarà inevitabile conseguenza dell’emissione delle cripto garantite dalle banche centrali, non solo gli scambi tra criptovalute FIAT (abituiamoci ad usare questa formula) e bitcoin saranno infinitamente più facili da gestire ma le persone saranno incentivate a ricorrere alle monete non statali nel tentativo di proteggere il più possibile la propria privacy. La contemporanea ascesa di diverse tecnologie, infatti, delinea uno scenario francamente inquietante per il futuro, immaginiamo ad esempio cosa potrebbe succedere se durante una manifestazione caratterizzata da atti di vandalismo attraverso il riconoscimento facciale le autorità predisponessero l’immediato prelievo di fondi dai portafogli dei cittadini per risarcire i danni; qualcuno potrebbe pensare che sia una cosa positiva, ma come ben sappiamo in ogni manifestazione caratterizzata da episodi di violenza verso le cose il vandalismo è risultato dell’azione di una sparuta minoranza, mentre le autorità potrebbero decidere di estendere in maniera arbitraria la responsabilità di ogni danno provocato a tutti i soggetti identificati in una manifestazione. Per quanto possa sembrare assurdo tutto questo e contrario allo stato di diritto non possiamo fare a meno di mettere in guardia chi ci legge dal fatto che stiamo assistendo degli ultimi anni a una regressione dei valori democratici e alla nascita di governi che, in ogni parte del mondo, si dimostrano sempre più feroci e reazionari; colpire le persone che esprimono il loro dissenso direttamente nei loro risparmi sarebbe un’arma potentissima per stroncare il dissenso sul nascere e non possiamo far finta di non vedere che questo rischio c’è, nonostante oggi ci sembri fantascientifico.

Questo tipo di consapevolezza incentiverà le persone a diversificare i propri risparmi, dividendoli tra le diverse valute presenti sul mercato e incentivando i cittadini a spendere le proprie criptovalute fiat, usando bitcoin ed altre monete per accumulare il proprio risparmio; tutto questo si giustifica ulteriormente per il fatto che, nel lungo periodo, le valute fiat, proprio perché soggette ad azioni di politica monetaria, tendono inevitabilmente a svalutarsi, mentre le monete come bitcoin fanno l’esatto contrario, si rivalutano nel tempo. Ecco spiegato, quindi, perché non è così difficile immaginare un futuro in cui le CBDC fungeranno da unità di conto e regoleranno gli scambi commerciali che ognuno di noi fa quotidianamente, mentre le cripto alternative (ed in primis bitcoin) verranno usate per accumulare i risparmi; un futuro, in altre parole, in cui le persone spenderanno criptovalute FIAT e accumuleranno bitcoin.

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