Cos’è e come funziona Decred (DCR): il fratellino geniale di bitcoin che tutti snobbano senza motivo

Decred è senza dubbio una delle criptovalute più snobbate (anche se di recente molti stanno iniziando a notarla); scopro subito le carte ed ammetto di essere un grande estimatore di questo progetto e sono tra coloro che lo reputano il vero e unico possibile successore di bitcoin qualora BTC dovesse fallire per qualche motivo. Se però fino anche solo a un anno fa a pensare che DCR fosse l’erede designato di bitcoin eravamo sostanzialmente quattro gatti alla fine dell’anno scorso (per motivi che vedremo meglio più avanti) molti altri osservatori hanno sposato questa linea di pensiero e oggi Decred (pur rimanendo una delle cripto più snobbate dal mercato) sta trovando sempre più estimatori e il numero di utenti che l’apprezza sta aumentando esponenzialmente. Nei prossimi paragrafi, quindi, tenteremo non solo di capire cos’è Decred e come funziona ma proveremo anche a definire i motivi che rendono questa criptovaluta così rilevante nel contesto attuale in cui si trova il mercato.

Storia di Decred dalla sua nascita ad oggi

Definire in modo accurato come sia nata Decred e quali siano state le menti che hanno avuto un maggiore ruolo nello sviluppo di questo progetto non è esattamente una cosa facile per il semplice motivo che gli sviluppatori di questa criptovaluta non amano i riflettori e si tengono tutti ben stretti il loro anonimato; un errore molto comune, infatti, è credere che Jake Yocom-Piatt, attualmente a capo del progetto, sia stato anche il suo fondatore, cosa che però non è esatta. Alle origini della nascita di questa criptovaluta (così come di tante altre tra le più vecchie) c’è un post apparso su bitcointalk nel 2013 in cui un utente dal nome “tacotime” presenta l’idea di una cripto chiamata MemCoin2 (MC2) un progetto che si basava su un algoritmo ibrido POW e POS che poi sarà l’idea alla base dello sviluppo di Decred (lo vedremo meglio più avanti). A questo punto della storia interviene un altro utente anonimo (_ingsoc) la cui identità ancora oggi non è nota e che ha avuto (e ha tutt’ora) una grande influenza nello sviluppo di questo progetto. Nel 2014 l’utente Tacotime inizia a collaborare alla progettazione di Monero e molti utenti pensano che MemCoin2 sia ormai sostanzialmente arenata; ma proprio in quell’anno Tacotime si stava in realtà rivolgendo a un’azienda (la Conformal Systems, che poi assumerà il nome di C0) il cui CEO era proprio Jake Yocom-Piatt perché lo aiutassero a sviluppare la sua idea. Nel 2015 è proprio Yocom-Piatt che evidenzia come il conflitto tra sviluppatori e miners sia uno dei più grandi problemi nel mondo bitcoin e pone per la prima volta in risalto la necessità di lavorare a regole di governance che permettano di superare questo limite. Quello che Jake evidenzia, in altre parole, è che dal momento che in bitcoin non esiste un sistema di governance decentralizzato non c’è modo che tutti possano concordare un modo formale per far progredire la blockchain; arrivati a questo punto abbiamo già i due ingredienti fondamentali che servono per “cucinare” l’idea che sta dietro Decred e cioè un algoritmo di consenso ibrido POW/POS e l’idea di creare una governance decentralizzata per permettere alla comunità di coordinarsi in maniera efficace. Sulla base di questi problemi che esistevano (ed esistono tutt’ora) in bitcoin arriviamo alla fatidica data del 12 dicembre 2015 nella quale Yocom-Piatt afferma che la sua azienda sta lavorando a “una criptovaluta aperta, progressiva e autofinanziata con un sistema di governance basato sulla comunità integrato nella sua blockchain”; era nata ufficialmente Decred. Pochi mesi dopo (8 febbraio 2016) viene lanciata la rete principale Decred, e con essa una serie di regole vincolanti e principi guida stabiliti per creare un quadro equo e sostenibile entro il quale raggiungere gli obiettivi prefissati. Decred v1.0.0 verrà successivamente rilasciato in data 25 aprile 2017 e quindi finalmente arriviamo a un’altra momento cruciale, settembre 2017, quando finalmente molti osservatori iniziano ad intuire le potenzialità di questo progetto. Ad aprire gli occhi della comunità delle criptovalute è stato un avvenimento epocale nel mondo delle cripto, che si attendeva da tempo e che pochi avrebbero sospettato potesse essere “guidato” dagli sviluppatori di questa criptovaluta; stiamo parlando del primo atomic swap tra criptomonete, avvenuto proprio nel settembre 2017 quando i gli sviluppatori di Decred hanno eseguito per la prima volta nella storia delle cripto uno scambio atomico tra DCR e LTC.

Come funziona Decred

Abbiamo già detto che decred utilizza un sistema ibrido Proof-of-Work e Proof-of-Stake per convalidare i blocchi, tentiamo quindi di capire cosa questo significhi; Proof-of-Work (di seguito POW) è l’algoritmo di consenso che regola il funzionamento di bitcoin, caratterizzato da grande sicurezza ha però il limite di comportare un dispendio esagerato di energia, Proof-of-Stake (di seguito POS), invece è l’algoritmo di consenso usato da Peercoin per prima ed oggi alla base del funzionamento di molte altre cripto (tra le quali ADA di Cardano). POS si basa sull’idea che gli utenti debbano dimostrare di essere in possesso di un certo ammontare di criptovaluta per partecipare alla creazione dei blocchi; in pratica ogni volta che un nuovo blocco viene aggiunto alla blockchain occorre definire chi sarà che andrà a creare il blocco successivo. Tuttavia non ci si può limitare ad affidare la creazione di ogni blocco all’utente che possiede il maggior numero di coin altrimenti sostanzialmente saremmo dentro un sistema centralizzato; tutte le cripto che hanno implementato POS adottano diversi escamotage per stabilire i metodi per selezionare gli utenti che parteciperanno alla creazione dei blocchi, noi in questa sede tenteremo di capire come decred risolve questo problema. Per prima cosa diciamo subito che la ricompensa per aver minato ogni blocco è suddivisa in tre parti: ai minatori va il 60% della ricompensa (e non il 100% come avviene in bitcoin) mentre il 30% va ai possessori (stakeholder); rimane un 10% della ricompensa totale che viene destinato a un fondo comune per gestire il progetto. Già qui notiamo un primo particolare e cioè che a differenza di tutte le altre criptovalute Decred è sostanzialmente capace di autofinanziarsi (il che risolve alla radice ogni problema di conflitto di interessi). Il mining è semplice e funziona come Bitcoin con processori in competizione per trovare un nonce che abbassi l’hash al di sotto della soglia di difficoltà; a questo punto del sistema subentra l’ibridazione con il sistema POS, infatti chiunque possieda DCR può partecipare al mining sfruttando questo meccanismo. L’idea è tanto semplice quanto geniale, per partecipare all’estrazione dei blocchi gli stakeholder devono “guadagnarsi” una sorta di tagliando che permetta loro di partecipare e per farlo devono vincolare i loro fondi nel wallet;  il tagliando dovrà poi essere “estratto” come parte di un blocco e, dal momento che ogni blocco può contenere solo 20 tagliandi, potresti dover aspettare prima che questo accada. Decred è progettato in modo da offrire all’utente una probabilità del 50% di essere scelto entro 28 giorni e una possibilità del 99,5% di essere scelto prima della scadenza del tagliando (circa 4 mesi); quando finalmente il tagliando verrà estratto parteciperai al processo di convalida di un blocco e riceverai il prezzo iniziale (i fondi che hai vincolato inizialmente per partecipare) più una ricompensa che, come detto, ammonta al 30% di quella prevista per l’estrazione del blocco stesso. Secondo questa stessa dinamica viene gestita anche la governance, per partecipare al voto, quindi, devi vincolare i tuoi fondi nel wallet, in questo modo ottieni i tagliandi che ti permettono di votare (il cui prezzo viene stabilito ad hoc per evitare che pochi soggetti si accaparrino un eccessivo potere di voto) e facendo questo non solo partecipi alle decisioni sullo sviluppo del progetto ma ricevi anche un compenso per farlo.

Conclusioni

Il più grande punto di forza di Decred è la sua comunità che tiene uniti miners, sviluppatori e utenti i quali remano tutti nella stessa direzione e che tale direzione la definiscono insieme attraverso un meccanismo di voto che appare essere esente da rapporti di forza squilibrati a vantaggio di una sola delle parti in causa, come ad esempio avviene invece con bitcoin per il quale sono i grandi miners a giocare la parte del leone. Poter contare su una comunità numerosa e coesa è una delle caratteristiche che ogni criptovaluta dovrebbe avere se intende sopravvivere alla prova del tempo; se questo non bastasse ricordiamo che a decred lavorano alcuni degli sviluppatori più talentuosi nel mondo delle cripto e non è infatti un caso che siano stati proprio loro a fare il primo atomic swap nella storia delle criptovalute. Inoltre Decred pare aver risolto due grandi problemi che caratterizzano bitcoin e cioè lo strapotere dei minatori nel prendere ogni tipo di decisione (si pensi ad esempio all’annosa questione della dimensione dei blocchi) e l’elevato consumo di energia che caratterizza la POW; mettendo insieme tutti questi elementi credo sia facile capire per quale motivo sostengo da tempo (e sempre più persone iniziano a farlo come me) che decred sia la sola e unica alternativa credibile a bitcoin (tanto nell’immediato quanto nel lungo periodo). Una grande comunità (anche coesa), una governance condivisa e decentralizzata, sviluppatori tra i più preparati al mondo fanno di Decred un progetto fantastico che, come tutti i progetti fantastici, viene troppo spesso snobbato dagli investitori che preferiscono inseguire facili profitti nell’immediato concentrandosi su progetti che, a ben vedere, non hanno in realtà alcuna qualità concreta se non un marketing martellante.

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