Arthur Hayes, co-fondatore di BitMEX, ha pubblicato un’analisi critica riguardo la proposta di creare una riserva federale di Bitcoin negli Stati Uniti e gli attuali sforzi di regolamentazione del settore delle criptovalute. Nel suo saggio “The Genie”, pubblicato il 5 febbraio, Hayes ha espresso forti preoccupazioni sulla natura politicamente motivata di queste iniziative.
La riserva Bitcoin come strumento politico
Hayes ha respinto con fermezza l’idea di una riserva governativa di Bitcoin, sostenendo che questa servirebbe principalmente interessi politici piuttosto che obiettivi di stabilità finanziaria. Il co-fondatore di BitMEX ha evidenziato come il governo degli Stati Uniti non abbia un reale utilizzo economico fondamentale per Bitcoin, suggerendo invece che i leader politici potrebbero sfruttare le fluttuazioni dei prezzi per perseguire i propri programmi.
Nel mirino della sua critica è finita in particolare la proposta della senatrice Cynthia Lummis per una Bitcoin Strategic Reserve (BSR). Hayes ha teorizzato uno scenario in cui il presidente Trump potrebbe autorizzare l’acquisto di un milione di Bitcoin, causando un temporaneo aumento dei prezzi che si arresterebbe una volta conclusi gli acquisti.
L’analisi di Hayes si estende anche agli scenari politici futuri. Ha ipotizzato che se l’amministrazione non riuscisse ad affrontare efficacemente questioni cruciali come l’inflazione, i conflitti esteri e la corruzione, i democratici potrebbero riconquistare il potere nel 2026. In tal caso, secondo Hayes, potrebbero vedere la riserva di Bitcoin come una conveniente fonte di finanziamento per le loro politiche, creando instabilità nel mercato attraverso potenziali vendite.
Questioni pratiche e implementative
Hayes ha sollevato interrogativi fondamentali sulla gestione pratica di una tale riserva. Si è chiesto se l’amministrazione si impegnerebbe attivamente nella rete Bitcoin, ad esempio gestendo nodi o sponsorizzando sviluppatori, o se tratterebbe semplicemente i Bitcoin come un asset passivo. Ha anche suggerito che la volatilità di Bitcoin potrebbe essere strumentalizzata per la raccolta di fondi per le campagne elettorali.
Il dibattito sulla riserva federale di Bitcoin ha acquisito maggiore rilevanza in seguito all’annuncio presidenziale sulla creazione di un fondo sovrano. Secondo la piattaforma di previsione Polymarket, attualmente c’è una probabilità del 46% che gli Stati Uniti istituiscano una riserva di Bitcoin entro la fine del 2025.
Critica alla regolamentazione delle criptovalute
Hayes ha inoltre espresso forti critiche verso gli attuali sforzi di regolamentazione del settore crypto, definendo sarcasticamente la proposta legislativa come “Frankenstein crypto bill”. Secondo la sua analisi, qualsiasi nuovo quadro normativo rischierebbe di essere eccessivamente complesso e prescrittivo, favorendo solo i grandi attori del settore capaci di sostenere gli elevati costi di conformità.
L’ex dirigente di BitMEX ha evidenziato come gli investitori con ingenti partecipazioni in società finanziarie centralizzate siano i più propensi a sostenere la regolamentazione, potendo influenzare la politica a proprio vantaggio. Al contrario, gli sviluppatori della finanza decentralizzata spesso non dispongono delle risorse necessarie per tutelare i propri interessi attraverso attività di lobbying.
Implicazioni per il futuro del settore
Hayes ha concluso con un avvertimento agli imprenditori crypto, sconsigliando il trasferimento negli Stati Uniti alla ricerca di chiarezza normativa. Secondo la sua visione, gli interessi delle grandi aziende potrebbero soffocare l’innovazione e impedire il successo degli operatori più piccoli. Ha sottolineato come la conformità normativa potrebbe diventare un privilegio accessibile solo a società con considerevoli risorse finanziarie, come Coinbase e BlackRock, portando alla creazione di monopoli invece che a una sana concorrenza nel settore.
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