Lanciare un nuovo exchange di criptovalute non è una passeggiata anche perché li fuori c’è la fila di persone pronte a sfruttare l’inesperienza delle nuove piattaforme a proprio vantaggio; è proprio questo il caso di Beaxy, exchange lanciato appena un paio di mesi fa e che, dopo già ha subito diversi tentativi di hacking che, a quanto si apprende, s’è subito trovato impossibilitato a raccogliere altri fondi da investire nella propria attività.
Vendite coordinate su Ripple causano l’XRP sotto il 40%
Nella giornata di ieri una nuova tegola è precipitata sulla testa dell’exchange, nel giro dei tre giorni precedenti, infatti, i volumi di XRP sono esplosi ed hanno portato ad un flash crash con perdite fino al 40% a causa di quella che sembra essere stata un’azione coordinata tesa ad affossare il prezzo di ripple. Beaxy, in via precauzionale, ha quindi deciso di bloccare non solo i prelievi ma anche il trading in attesa di capire cosa sia successo. Quanto accaduto, in ogni caso, ci è utile per dimostrare come la regolamentazione antiriciclaggio sia anche un modo valido per permettere di contrastare questi fenomeni; se Beaxy riuscirà a identificare i responsabili di questa azione, infatti, è solo perché ha implementato il KYC nella propria operatività; l’azienda si dice fiduciosa di poter recuperare le perdite degli utenti semplicemente annullando le transazioni sospette, tuttavia temo che le cose possano rivelarsi molto più complesse di così.
Attacchi di questo tipo, ancora molto comuni per quanto riguarda gli exchange, rappresentano un grosso problema per il mondo delle cripto perché inducono tantissime persone a credere che questo settore sia poco sicuro il che, per quanto mi riguarda, è un paradosso; innanzitutto bisogna considerare che ad essere a rischio sono le piattaforme di scambio, se si vogliono tenere al sicuro i propri fondi basta investire un centinaio di euro (anche meno) in un hardware wallet e poi non è che con le banche tradizionali le cose vadano meglio.
Fuori dal mondo delle cripto, infatti, non si contano i casi di clienti che si sono visti derubati a causa del phishing e delle carte clonate, per cui in realtà si corrono più rischi con le banche tradizionali che con le criptovalute. Purtroppo molte persone ancora non sono in grado di fare certi distinguo perché non conoscono quasi nulla del mondo delle cripto, per cui ogni volta che leggono un articolo su qualche sito relativo al furto di criptovalute da qualche exchange si fanno l’idea che si tratti di un settore troppo pericoloso per andarci a mettere le mani; le cose, come ogni bitcoiners sa benissimo, non stanno affatto così, tuttavia ci vorranno ancora molti anni prima che certi pregiudizi vengano scardinati
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