Lunedì scorso La Stampa ha pubblicato un articolo che riprende un’analisi effettuata da SEMrush (servizio famoso tra gli sviluppatori web che lo usano abitualmente per monitorare le tendenze online) che ha dell’inverosimile; stando a questa analisi, infatti, gli italiani non solo conoscerebbero bitcoin ma lo conoscono così bene da usarlo abitualmente nei loro acquisti online. L’articolo pubblicato da La Stampa, e poi ripreso da diversi siti che si occupano più specificatamente di criptovalute, è sostanzialmente un’analisi dello stato di salute degli e-commerce nel nostro paese; nonostante in Italia gli acquisti online siano un fenomeno molto meno diffuso che all’estero il settore produce comunque un giro d’affari vicino ai 40mld l’anno e si stima che circa il 62% degli italiani abbia fatto almeno un acquisto online nel corso del 2019. In questa sede, chiaramente, poco ci interessa di quanto spendano gli italiani online ne ancora meno ci interessa cosa comprino, ciò che ci ha colpito, però, sono i metodi di pagamento utilizzati; il più diffuso, chiaramente, rimane ancora PayPal che, anche in virtù della grande diffusione e facilità di utilizzo, è stato usato nel corso di quest’anno con una media di poco inferiore a un milione e mezzo di volte al mese per acquistare online; sul secondo gradino del podio si piazza la Poste Pay, la carta prepagata più diffusa nel nostro paese è stata infatti utilizzata ben 1,2mln di volte per acquistare online mentre terzo si piazza il nostro amatissimo bitcoin. E’ proprio questo a lasciare, in un certo senso, stupefatti perché BTC è ad oggi più utilizzato, 215mila volte al mese, per acquistare online della più diffusa carta di credito del nostro paese (american express) o di qualunque altra carta di credito, superando persino colossi come Mastercard e Visa. Un dato interessante sarebbe capire quante persone nel nostro paese utilizzano bitcoin, ma se questa analisi fosse affidabile potremmo stare certi che parliamo di diverse centinaia di migliaia di persone, forse persino più di un milione. Purtroppo nell’articolo non sono citati i metodi usati nell’analisi quindi è difficile capire quanto questi dati siano attendibili; ad esempio, sappiamo che per gli acquisti su amazon non è possibile pagare ne con PayPal mentre è abbastanza complicato farlo con bitcoin (anche se la situazione è notevolmente migliorata negli ultimi anni) per cui non sappiamo che peso abbiano avuto, ne se l’abbiano avuto, gli acquisti effettuati su amazon nella stesura di questa analisi. Il dato è sicuramente interessante, anche se certamente parziale, e dimostra comunque quanto bitcoin si stia ormai diffondendo a macchia d’olio anche nel nostro paese non solo come forma di investimento o asset speculativo ma prima di tutto come strumento di pagamento.
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