C’è tanta incertezza tra gli analisti sulle prospettive delle azioni Eni
C’è tanta incertezza tra gli analisti sulle prospettive delle azioni Eni
La settimana di borsa per il titolo Eni si appresta a a chiudersi all’insegna dell’incertezza. Vero è che rispetto allo scorso venerdì si sta profilando una sia pur leggera progressione in avanti (il titolo scambia a 14,26 euro mentre il 16 febbraio chiudeva a 14,15 euro), tuttavia è palese (e questo la curva lo mette ben in risalto) che dalla pubblicazione dei conti dell’esercizio 2023, Eni sia stata guardata con una certa diffidenza dagli investitori.
E infatti le attuali quotazioni rispetto a quelle di 5 giorni fa sono alte di uno striminzito 0,5 per cento mentre la performance mensile evidenzia un ribasso della stessa portata. Queste due percentuali sono la testimonianza migliore del momento poco brillante del Cane a Sei Zampe.
Tenendo conto che anche su base annua, in fin dei conti, la variazione di Eni è stata piuttosto contenuta, è legittimo chiedersi se sia più conveniente comprare o vendere azioni Eni. Insomma long o short trading sul titolo?
A seguito della pubblicazione dei conti del quarto trimestre 2023, il titolo Eni è finito sotto ai raggi X di molti analisti. Alcuni si sono espressi positivamente mentre altri no.
Gli analisti di HSBC hanno tagliato il target price su Eni a 15,7 euro. Analoga decisione da UBS che ha invece deciso di abbassare il prezzo obiettivo a 17 euro. Di avviso opposto sono state Intesa Sanpaolo e Equita Sim. Entrambe hanno mantenuto sia il rating che il target price in essere sul Cane a Sei Zampe. Più nel dettaglio il rating su Eni resta buy (quindi indicazione di acquisto) mentre il prezzo obiettivo è 20 euro nel primo caso e 19,5 euro nella valutazione di Equita.
Facendo due conti, le valutazioni degli analisti “italiani” implicano un buon potenziale di upside per Eni mentre quelle di HSBC e UBS non sono negative ma prevedono una crescita più contenuta dei prezzi.
In generale tutti gli analisti sono ottimisti sulle prospettive di crescita del titolo petrolifero che, secondo le interpretazioni più avanzate, tratta a sconto del 30 per cento rispetto ai competitors. Una valutazione tutto sommato positiva visto che dai conti del quarto trimestre 2023 di Eni è emerso un ribasso dell’utile netto rettificato di ben il 34 per cento rispetto al quarto trimestre 2023 in un contesto caratterizzato da un aumento degli oneri finanziari e dell’aliquota fiscale.
Il buy espresso da Equita Sim e da Intesa SP si poggia sulla presenza di tutta una serie di catalizzatori che nel prossimo futuro potrebbero fare la differenza. Si spazia dal possibile sviluppo del gas naturale liquefatto (GNL) in Congo e Indonesia ai tanti progetti di stoccaggio della CO2 (CCS) senza tralasciare sempre la questione della possibile quotazione della controllata Plenitude che era già saltata negli anni scorsi a causa delle avverse condizioni di mercato.
La valutazione dei due analisti italiani non è condivisa da altri esperti come quelli di Bank of America che non solo hanno confermato la valutazione neutral ma addirittura propendono per un target price a 15 euro, praticamente vicinissimo ai prezzi attuali. Il responso di Bank of America dopo la pubblicazione dei conti 2023 di Eni è chiarissimo: non comprare perchè i prezzi non hanno grandi margini di rialzo.
Come si può vedere da questo rapido excursus le opinioni degli analisti dopo la pubblicazione dei conti di Eni sono molto variabili. C’è chi ha confermato l’indicazione di acquisto (buy) con un prezzo obiettivo che implica un ottimo uspide e chi invece indirettamente suggerisce di operare con lo short trading perchè le prospettive non sono delle migliori.
Per andare short e trarre profitto da un eventuale ribasso delle quotazioni, tornano molto utili i CFD. Si tratta di strumenti derivati che non implicano il possesso del sottostante essendo basati sulle differenze di prezzo. Un broker che offre la possibilità di fare trading con i CFD sulle azioni Eni è eToro (demo gratuita).
Fino ad ora abbiamo fatto il punto sulle opinioni degli analisti sulle prospettive di Eni alla luce di quella che è l’interpretazione che gli esperti hanno dato ai conti del quarto trimestre 2024 della quotata. Vediamo adesso cosa suggerisce l’analisi tecnica su Eni.
E’ palese che questa settimana il titolo abbia provato (non riuscendoci del tutto) a mettere a segno un rimbalzo dopo aver messo sotto pressione i primi supporti in area 14 euro circa. Se questo livello dovesse tenere, è plausibile che la pressione dei venditori con cui il titolo si è trovato a fare i conti in tutti gli ultimi mesi, possa essere contenuta. Se i prezzi dovessero portarsi oltre i 14,50-14,60 non sarebbe da escludere un allungo anche fino a 15 euro almeno in una prima fase per poi sondare la strada verso i 15,4 euro. Viceversa se i prezzi dovesse scendere sotto ai 14 euro, allora anche quota 13,8 euro potrebbe essere minacciata. Questi i livelli tecnici da cui dipende la strategia long o short trading su Eni.
A proposito di operatività: giorno 14 marzo 2024 Eni presenta il suo piano strategico. E’ lecito attendersi una certa volatilità fino ad allora che può essere cavalcata per investire sul titolo anche nel breve termine. Ecco i due broker CFD con cui operare:
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