Eni in ribasso a Piazza Affari dopo le decisioni sul dividendo 2024 e i conti 2023
Eni in ribasso a Piazza Affari dopo le decisioni sul dividendo 2024 e i conti 2023
Il dividendo Eni già da alcuni anni è diviso in quattro tranche con stacchi ogni tre mesi. La quotata rende noto l’ammontare del dividendo totale mentre le date di stacco delle singole cedole sono rinviate alle comunicazioni periodiche.
Proprio ieri il consiglio di amministrazione della quotata, nell’ambito della diffusione dei conti dell’esercizio 2023, ha reso noto quando verrà staccata la terza tranche del dividendo Eni 2024 ribadendo anche quello che è l’ammontare effettivo della cedola. Ricordiamo che mentre su alcune piazze come ad esempio Wall Street la presenza di dividendi divisi in 4 tranche è molto comune, su Borsa Italiana, sponda Ftse Mib, sono solo Eni e STM a dividere la cedola in 4 parti periodiche (a Piazza Affari ci sono diverse quotate che hanno adottato la ripartizione acconto/saldo).
Detto questo e prima di analizzare nello specifico quelle che sono state le decisioni del CdA del Cane a Sei Zampe in materia di dividendi, facciamo il punto sull’andamento del titolo oil nella seduta di oggi borsa. In un contesto generale che vede il Ftse Mib apprezzarsi di circa mezzo punto percentuale, le azioni Eni occupano il fondo del paniere di riferimento con un ribasso dell’1,8 per cento a 14,34 euro. A causa delle forti vendite in atto oggi, Eni ha ulteriormente peggiorato la sua prestazione mensile che è ora pari a -4 per cento mentre anno su anno il titolo è in flessione del 2,6 per cento.
Alla base del deprezzamento registrato dalla quotata non ci sono le decisioni in materia di dividendi (già ampiamente scontate visto che di nuovo c’è solo la precisazione sulla data di stacco della cedola) ma i conti 2023 resi noti dalla quotata contestualmente all’annuncio sulla remunerazione degli azionisti.
Quando si parla di dividendi, le informazioni più importanti sono essenzialmente due: l’ammontare della cedola e il rendimento da dividendo.
Il consiglio di amministrazione del Cane a Sei Zampe, riunito per approvare i conti al 31 dicembre 2023, ha deciso che la terza tranche del dividendo Eni 2024 sarà pari a 0,24 euro per azione come già deliberato a suo tempo dall’assemblea degli azionisti del 10 maggio 2023. La data di stacco della cedola è stata fissata per il 18 marzo 2024 mentre quella di pagamento per il 20 marzo.
Ricordiamo che il dividendo Eni totale a valere sull’esercizio 2023 è pari a 0,94 euro, il 7 per cento in più rispetto alla cedola complessiva staccata nel 2023 a valere sull’esercizio 2022. Il fatto che la remunerazione totale di Eni è in rialzo su base annua è una notizia positiva per gli azionisti anche se scontata visto che era già nota.
Per quello che riguarda il rendimento, il dividend yield relativo alla sola terza tranche ammonta all’1,64 per cento assumendo come punto di riferimento il prezzo delle azioni Eni in chiusura di contrattazioni nella seduta di ieri 15 febbraio (pari a 14,604 euro). Se invece si volesse avere il dato sul dividend yield 2024 complessivo, allora il parametro da considerare sarebbe quello della cedola totale ossia 0,94 euro. In tal caso il rendimento da dividendo ammonta al 6,47 per cento.
Anche per quello che riguarda il rendimento, quindi, il risultato di Eni non è affatto male. E allora se anche come dividend yield gli investitori non possono che dirsi soddisfatti, perchè il titolo oggi segna un ribasso così ampio come quello che si può vedere dal grafico in tempo reale? La ragione è nei conti 2023.
In generale il 2023 di Eni è stato caratterizzato da una flessione dei ricavi e della redditività, nonostante un incremento della produzione di idrocarburi che ha caratterizzato soprattutto il quarto trimestre 2024.
Più nel dettaglio, i ricavi della gestione caratteristica di Eni sono ammontati a 93.72 miliardi di euro, in contrazione del 29 per cento rispetto ai 132,51 miliardi messi a segno nel 2022. Ad addolcire questo dato il fatto che nel 2023 la produzione di idrocarburi abbia segnato un aumento del 3 per cento a 1,66 milioni di boe/giorno.
Scendendo nel conto economico, l’utile operativo adjusted è stato pari a 13,81 miliardi di euro, in calo del 32 per cento rispetto ai 20,39 miliardi messi a segno nell’esercizio precedente mentre l’utile operativo adjusted proforma è ammontato a 17,81 miliardi. Per finire con il lato finanziario, il risultato netto adjusted ha segnato un valore positivo per 8,3 miliardi di euro che tuttavia è risultato in ribasso dai 13,3 miliardi contabilizzati nel 2022 (-38 per cento la flessione). Di conseguenza il risultato netto è stato positivo per 4,75 miliardi di euro e l’utile per azione adjusted è ammontato a 2,46 euro.
Per quello che riguarda il solo terzo trimestre il risultato operativo adjusted è stato positivo per 2,77 miliardi di euro contro i 3,58 miliardi di un anno fa mentre l’utile netto adjusted ha segnato un ribasso del 34 per cento a quota 1,64 miliardi, rispetto ai 2,49 miliardi di euro messi a segno nel quarto trimestre 2022.
Per finire, per quello che riguarda il debito, l’indebitamento netto era salito a 16,24 miliardi di euro, contro gli 11,98 miliardi di inizio anno.
Il consensus degli analisti prevedeva un utile operativo adjusted pari a circa 2,9 miliardi di euro e un utile netto adjusted in area 1,62 miliardi di euro.
Il consiglio di amministrazione di Eni non ha fornito indicazioni sull’intero 2024. Stando a quanto comunicato dai vertici aziendali, le prospettive del business e i principali target industriali e finanziari a breve/medio e lungo termine saranno resi noti alla comunità finanziaria nell’ambito della Strategy Presentation che è calendarizzata per il 14 marzo 2024.
Ciò significa che fino ad allora la quotata potrebbe avere una buona visibilità da sfruttare in ottica trading per investire sul titolo. Ecco i broker che consigliamo di usare per speculare sulle azioni italiane:
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