Ethereum verso il Proof-of-Stake Merge, rimandato l’hard-fork

Gli sviluppatori di Ethereum rimandano l’hard fork per concentrarsi sul passaggio dalla PoW alla PoS ed evitare il rischio di un rallentamento della rete ETH

Gli sviluppatori di Ethereum (ETH) si sono trovati di fronte ad una scelta tra due opzioni in questa delicata fase di passaggio dalla Proof-of-Work alla Proof-of-Stake: accelerare nella convinzione che vi sia tempo a sufficienza per completare il Merge, oppure rallentare per dare la priorità all’hard fork.

Bisogna decidere infatti se quella che viene definita una “difficulty bomb” destinata a rallentare la rete Ethereum debba essere affrontata ora, rallentando sul progetto per il passaggio dalla PoW alla PoS. E pare che gli sviluppatori siano convinti che sia possibile affrontare il fork e il relativo rallentamento determinato dalla bomda di difficoltà in seguito.

Una scelta difficile in realtà, perché se i calcoli si dovessero rivelare errati gli sviluppatori si troverebbero costretti ad una brusca frenata, simile a quella di un automobilista che dopo aver accelerato pensando di riuscire a passare con l’arancione, vede scattare la luce rossa.

Gli sviluppatori di Ethereum decidono di rimandare il fork

Questo è il tipo di decisione che gli sviluppatori principali di Ethereum (ETH) si trovano ad affrontare in questo momento. E sembra che la decisione sia quella di tentare di completare il passaggio alla Proof-of-Stake (PoS) e rimandare a dopo la bomba di difficoltà del fork.

Tutti gli utenti di Ethereum attendono con ansia quel Merge di cui tanto si parla da mesi, cioè il passaggio dalla PoW alla PoS. Ricordiamo che nel primo caso abbiamo i cosiddetti “miners” (minatori) che usano la loro potenza di calcolo per convalidare le transazioni in cambio della possibilità di guadagnare ETH, mentre nel secondo sono i detentori di ETH, bloccando una quota delle loro coin per convalidare le transazioni e ricevere una parte della ricompensa.

Naturalmente il Merge di Ethereum prevede anche altre novità, come l’introduzione di “shard chains” cioè catene di frammenti ed altre misure che proiettano ETH verso una rete più veloce, più economica e meno congestionata cui si fa riferimento comunemente con il termine Ethereum 2.0.

Cos’è la ‘bomba di difficoltà’ e a cosa serve

Nel codice di Ethereum c’è un elemento che serve ad incentivare la transizione dalla PoW alla PoS, assicurandosi che i minatori seguano il passaggio, ed è la cosiddetta bomba di difficoltà.

Il principio alla base del suo funzionamento è semplice. La difficuty bomb serve di fatto a rendere più difficile il processo di mining, vale a dire l’estrazione di nuovi blocchi sulla catena del PoW. Questo comporterà un aumento della quantità di tempo necessaria ai minatori per decifrare il codice crittografico con il risultato previsto che divenendo il mining un processo più dispendioso in termini di tempo, con annesso rallentamento della rete, esso risulti alla fine non redditizio.

Si tratta di una ‘bomba ad orologeria’ nel senso che vi è un vero e proprio conto alla rovescia programmato dagli sviluppatori i quali, con un certo sforzo, potrebbero anche decidere di ritardare il timer. Di fatto andrebbero a reimpostare l’orologio e in questo modo guadagnerebbero tempo per crare la rete proof of stake.

Un’operazione che in realtà è già stata fatta più volte, l’ultima con l’aggiornamento di Arrow Glacier del dicembre 2021.

Il punto è che ritardare la “difficulty bomb” richiede tempo ed energia, e potrebbe sottrarre risorse alla preparazione del The Merge. In gioco però c’è anche un aspetto per così dire psicologico, vista la grande ed estenuante attesa per il passaggio a Ethereum 2.0 da parte dei detentori di ETH.

Era il mese di aprile scorso quando la Ethereum Foundation ha posticipato la data di consegna stimata dal secondo al terzo trimestre 2022, e molti utenti stanno diventando sempre più impazienti.

Il lavoro di preparazione degli sviluppatori si trova in questo momento nella fase test. All’inizio di aprile hanno creato un “fork ombra” della rete principale in cui hanno copiato i dati della blockchain di Ethereum su una rete di test per vedere come potrebbe funzionare la rete reale dopo lo switch. Un test che dovrà essere ripetuto anche questa settimana.

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