Novità di legge in vista per le piattaforme di criptovalute. Ecco che cosa potrebbe cambiare nei prossimi mesi…
Novità di legge in vista per le piattaforme di criptovalute. Ecco che cosa potrebbe cambiare nei prossimi mesi…
Le piattaforme di criptovalute potrebbero presto essere chiamate a una modifica non marginale delle proprie attività, consistente nella necessità di inviare ogni tre mesi i dati delle operazioni dei clienti a un registro speciale che potrà essere consultabile dalla Guardia di Finanza e dalle forze di Polizia. A sostenerlo è un decreto, ancora in bozza, che il Ministero dell’Economia e delle Finanze sta predisponendo per rendere il settore più trasparente. Ma con quali riflessi per l’operatività in criptovalute?
Secondo quanto anticipato da Italia Oggi, il decreto fornirà il via libera alla creazione di un registro speciale presso l’OAM, dove tutte le piattaforme che vogliono operare regolarmente in Italia dovranno registrarsi, intendendo per tali sia gli exchange, che i broker che svolgono servizi di valute virtuali, che i wallet.
Non è peraltro la prima volta che, nelle ultime settimane, le autorità sembrano essersi interessate in maniera specifica a questo settore. Ricordiamo infatti che di recente la Consob ha fatto luce sull’operatività di Binance, il principale exchange del mondo, che è finito nel mirino di una class action promossa da parte di un gruppo di investitori italiani e internazionali a causa di un blocco delle attività di trading e della possibilità di accedere al sito da parte di molti investitori che, in un momento particolarmente concitato dell’ecosistema criptovalutario (provocato peraltro dai tweet di Elon Musk), non erano stati in grado di effettuare modificare alle proprie posizioni.
Anche in seguito a ciò, Consob effettuò una stretta su Binance, limitandone l’operatività in Italia. L’Autorità ha dunque formulato una serie di linee guida che tutte le piattaforme di criptovalute dovranno rispettare, soffermandosi in particolare sul fatto che:
È importante che i risparmiatori siano informati che le operazioni su strumenti correlati a cripto-attività possono presentare rischi non immediatamente percepibili, per la loro complessità, per l’elevata volatilità dei prezzi di tali strumenti nonché per i malfunzionamenti e gli attacchi informatici cui possono essere soggette le infrastrutture informatiche utilizzate per tali operazioni.
Passando invece al decreto, il MEF stabilisce dunque che alcuni dati dei clienti delle piattaforme criptovalutarie possano essere liberamente consultati dalla GDF. Ma quali?
La bozza prevede che tutte le piattaforme di criptovalute inviino all’OAM, per via telematica, i dati identificativi dei propri clienti e quelli sintetici delle operazioni eseguite da ciascun utente. I dati dovranno essere inviati trimestralmente, entro il giorno 15 del mese successivo al trimestre di riferimento, con modalità tecniche stabilite dall’OAM.
Considerato che solamente i soggetti che risulteranno essere iscritti in questa sezione speciale potranno esercitare i servizi relativi alle criptovalute e ai portafogli digitali, ne deriva che tutte le piattaforme non partecipanti finiranno con l’essere considerate abusive.
Naturalmente, per chi segue i nostri consigli non cambia niente.
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