Social netwok decentralizzati: ecco come la blockchain ucciderà facebook, twitter e instagram

Tra i vari settori sui quali la blockchain andrà ad impattare pesantemente nel prossimo futuro quello dei social network è sicuramente uno tra quelli che uscirà più rivoluzionato da questa tecnologia; come ogni bitcoiners sa, infatti, la portata rivoluzionaria di questa tecnologia si estende ben oltre le semplici valute alternative a quelle ufficiali e trova applicazioni possibili in praticamente qualunque campo dell’attività umana. I social network hanno già rivoluzionato il nostro modo di usare il web (si calcola infatti che il grosso del tempo che dedichiamo a navigare su internet lo spendiamo proprio su  queste piattaforme), adesso però è la blockchain ad essere destinata a rivoluzionare nuovamente il mondo del web e i primi a farne le spese saranno proprio i giganti come facebook, twitter e instagram che difficilmente potranno restare indenni all’ondata di nuovi social network decentralizzati che sta per travolgere il mercato.

Social network, privacy e copyright: una questione complessa

Il ruolo che i social network hanno sulla nostra società è difficile da misurare precisamente, quello che però sappiamo per certo è che queste piattaforme oltre ad assorbire un larga parte del nostro tempo libero presentano tutta una serie di problemi in termini di privacy e copyright; se per quanto riguarda la privacy i recenti scandali relativi (ad esempio) all’uso improprio dei dati degli utenti facebook da parte di Cambridge analitica hanno portato all’attenzione dell’opinione pubblica i limiti che questo modello di business (accesso gratuito a servizi web monetizzato attraverso la manipolazione dei dati degli utenti) porta insiti in se, il discorso relativo al copyright è ancora abbastanza lontano dalle attenzioni del grande pubblico ed ha appena iniziato ad affacciarsi nel dibattito in seguito al tentativo da parte della comunità europea di introdurre nuove norme a tutela del copyright. A tutte queste tematiche si aggiungono anche i temi relativi alla libertà di espressione sul web, al diritto all’anonimato per gli utenti internet, al rischio di pressioni indebite da parte dei governi verso le grandi piattaforme centralizzate al fine di realizzare un controllo di massa ai danni dei cittadini; sono tutti temi che hanno una grande rilevanza e ai quali difficilmente i grandi social network centralizzati che conosciamo oggi potranno riuscire a far fronte nell’immediato futuro. Per quanto sicure possano essere queste piattaforme i rischi che la privacy degli utenti venga compromessa e che i loro dati riservati (nome, cognome, numeri delle carte di credito e dei telefoni cellulari, etc) possano finire in mani pericolose sono comunque una realtà concreta, così come le pressioni che governi non esattamente amichevoli possono fare ai danni delle grandi società del web (vedi di recente le pressioni della censura cinese contro google), nel lungo periodo toglieranno ai social network così come li conosciamo oggi gran parte del loro fascino. In particolar modo, poi, le norme che di recente si sta tentando di introdurre in UE mettono a repentaglio (a causa della famigerata link tax) la natura stessa del web come lo abbiamo sempre conosciuto (così come segnalato del resto da autorevolissimi osservatori internazionali); in questo scenario è quindi facilmente ipotizzabile che ben presto gli utenti migreranno in massa verso nuove piattaforme di social network decentralizzate, con tutti i vantaggi che ne conseguiranno e che descriveremo meglio nel prossimo paragrafo.

Principali vantaggi dei social network decentralizzati

Il primo vantaggio di un social network decentralizzato è l’assenza di una proprietà su cui i governi possano fare pressione; se quindi quando parliamo di una piattaforma centralizzata un governo non esattamente liberale potrebbe benissimo chiedere ed ottenere informazioni sugli oppositori politici che scrivono su una certa piattaforma o pretendere (più semplicemente) che i loro contenuti vengano censurati preventivamente, tutto questo su un social network decentralizzato non potrebbe mai accadere perché non c’è una proprietà sulla quale il governo possa esercitare la sua opera di convincimento. I dati degli utenti (e la loro privacy) sono protetti dalla criptografia e possono essere condivisi solo previa esplicito consenso del legittimo proprietario di quei dati. Un altro vantaggio dei social network decentralizzati è che non c’è un’azienda proprietaria che abbia facoltà (a proprio insindacabile giudizio) di cancellare un determinato account come invece, per fare un esempio, è di recente accaduto ad Alexis Jones; i detrattori della libertà del web sosterranno che in questo modo non sarà più possibile arginare le fake news, ma è un’obiezione che lascia il tempo che trova, come capirebbe anche un bambino, infatti, quello delle notizie false è un problema che va risolto facendo in modo che l’opinione pubblica si abitui a controllare le fonti delle notizie e non istituendo qualcosa di molto simile a un ministero della censura che decida cosa è vero e cosa no, cosa può finire online e cosa invece debba essere epurato da internet. Diverso invece il discorso per quanto riguarda l’eventuale presenza di materiale pedo-pornografico o relativo al fenomeno del revenge porn; in questi casi sarebbe infatti assolutamente auspicabile che questo materiale venga eliminato da internet ma il rischio, qualora venga caricato su un social network decentralizzato, è che la sua eliminazione non sia più possibile. Se da un lato quindi i social decentralizzati garantiscono la libertà di espressione, non possono essere soggetti a censure di sorta e (come vedremo più avanti) possono anche permettere di monetizzare più agevolmente la propria attività social è anche vero che presentano dei limiti che, come abbiamo appena visto, potrebbero costituire una grossa pregiudiziale alla loro diffusione. Chi mai infatti potrebbe accettare di passare il proprio tempo su un social sul quale gira materiale pedo-pornografico? La risposta è che ovviamente nessuno dedicherebbe del tempo a un social che presenti questo tipo di limite; ovviamente gli sviluppatori conoscono bene queste tematiche ed è facile immaginare che troveranno (sempre ammesso che non l’abbiano già fatto) una soluzione a questo genere di problemi, noi però dal canto nostro dobbiamo comunque evidenziare che nonostante i grandi vantaggi offerti agli utenti dai social decentralizzati queste piattaforme presentano comunque una serie di limiti e criticità che non dovrebbero essere sottovalutate.

Alcuni esempi di social network decentralizzati

In questo paragrafo vorrei presentare alcuni dei progetti che io reputo tra i più interessanti fra quelli che sono in circolazione se parliamo di social decentralizzati; posto che come ovviamente potrei facilmente intuire di progetti simili ne stanno nascendo a non finire ed ogni mese ne vengono presentati di nuovi ad appassionati e investitori. A mio parere siamo ancora molto lontani da quella fase in cui emergeranno nuovi standard capaci di catturare l’interesse delle masse, in altre parole, quindi, non è possibile identificare già oggi quale sarà il nuovo facebook o il nuovo twitter del futuro ed è anzi persino probabile che i leader del futuro mercato dei social decentralizzati non siano ancora nemmeno nati. Detto questo andiamo a dare una rapida occhiata ad alcuni dei maggiori social network decentralizzati tra quelli in circolazione

Steemit: è uno dei progetti che negli ultimi anni ha riscosso maggior successo in termini di utenti, il punto di forza di questo social è che permette a tutti di monetizzare la loro presenza sulla piattaforma grazie a un meccanismo di ricompense che sfrutta una criptovaluta nativa e che permette di guadagnare in virtù di metriche come il numero di visite, i commenti e l’apprezzamento manifestato dagli altri utenti

Golos: viene comunemente percepito come lo steemit russo, anche nel settore dei social decentralizzati, quindi, i russi confermano la tendenza a voler giocare in casa sviluppano prodotti equivalenti a quelli che poi si diffondono in occidente

Tube: è un progetto che già nel nome punta chiaramente alla più nota youtube; funziona in maniera molto simile a quest’ultimo ma si differenzia sensibilmente perché usa anche lui (come i due social che abbiamo appena visto) una criptovaluta nativa per retribuire gli utenti che caricano i loro video

Sphere: altro social decentralizzato che punta ad attirare utenti retribuendo i loro contenuti di maggior successo per mezzo di una criptovaluta nativa

Mastodon: salito agli onori della cronaca soprattutto nel nostro paese perché qui hanno migrato un bel numero di persone nei mesi scorsi questo social decentralizzato è sostanzialmente un clone di twitter che presenta limiti meno stringenti nel numero di caratteri (si può arrivare fino a un massimo di 500); non retribuisce i propri utenti come abbiamo visto nei progetti precedenti ma presenta un maggior controllo nella privacy (si può ad esempio “lucchettare” il singolo tweet) e una policy molto stringente per quel che riguarda il linguaggio (lo potremmo definire il primo social politicamente corretto per statuto)

Minds: è uno dei pochi progetti tra quelli su cui ho avuto modo di curiosare che sta investendo pesantemente nell’anonimato, cosa che lo rende a mio parere molto interessante da seguire; ha una criptovaluta nativa che può essere usata all’interno della comunità per premiare chi realizza i contenuti.

Conclusioni

Il mondo dei social sta per essere travolto da una profonda rivoluzione che ne cambierà pesantemente la natura nei prossimi anni; sappiamo già da un po’ che i social così detti “generalisti” avrebbero col tempo lasciato spazio ai social di nicchia (capaci di unire una comunità, per cui il social degli artisti, quello dei musicisti, quello degli appassionati di calcio, etc), ma la grande ondata della decentralizzazione ha mischiato di nuovo le carte rendendo veramente molto difficile riuscire a immaginare quale sarà il panorama nel mondo dei social anche solo da qui a dieci anni. Quello che sappiamo per certo è che negli stati uniti i più giovani hanno già iniziato ad abbandonare social come facebook e twitter; sono gli stessi giovani che, come segnalano tutte le statistiche, si dimostrano estremamente propensi ad acquistare criptovalute e a spenderle nella vita di tutti i giorni; se questa tendenza si dovesse confermare (come capita spesso) anche in europa e poi nel resto del mondo non è difficile immaginare un mondo in cui la tecnologia blockchain avrà ormai completamente rivoluzionato il nostro modo di fruire del web e di tutta una serie di servizi erogati non più solo nel mondo “virtuale” ma anche in quello “reale”.

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