Nella giornata di ieri tutte le principali criptovalute, tra le quali Bitcoin, Ethereum e Ripple, hanno subito dei forti cali, superiori al 10%, riconducibili ai rumors provenienti dalla Corea del Sud.
Negli ultimi mesi infatti, gli exchanges Coreani, hanno sempre fatto da traino al mercato facendo registrare i volumi più alti ed anche i premium più alti per chi intendeva acquistare criptovalute. I Bitcoin e le altre criptovalute erano scambiate a dei tassi talmente superiori che, in alcuni casi, i servizi di quotazione online hanno smesso di includere i valori provenienti dagli exchanges Coreani nel calcolo della media del prezzo.
Ma che cosa è successo stanotte?
Secondo Reuters due tra i maggiori operatori, Bithumb e Coinone, sono stati visitati da polizia e finanza coreane. Secondo CoinDesk infatti un impiegato di Bithumb avrebbe loro confermato per email che agenti del National Tax Service avrebbero visitato Bithumb, nessun agente di polizia però sarebbe stato coinvolto.
Un altro impiegato, stavolta di Coinone, avrebbe dichiarato al Financial Times che gli agenti avrebbero raccolto dati riguardanti il volume di trading, le vendite e il pagamento delle tasse.
Secondo queste indiscrezioni sembrerebbe più un problema specifico che riguarda gli exchanges stessi, ed in particolare un controllo per evitare che siano commesse frodi, piuttosto che una misura generica contro il trading di criptovalute.
Ma il dipartimento di Giustizia Coreano, secondo quanto riportato dall’agenzia coreana SBS, sta preparando una legge per mettere al bando gli exchanges in Corea.
Vista l’attuale regolamentazione Giapponese, che ha reso legale il trading di criptovalute e sta regolamentando tutt’oggi nuove banche ed exchanges, è difficile presagire che i Coreani smettano di investire sulle Criptovalute. Secondo il CEO dell’exchange Giapponese Quoine, Mike Kayamori, se la Corea dovesse far passare una legge che mettesse al bando i loro exchanges, è probabile che molti investitori continuerebbero ad investire su piattaforme Giapponesi, come tra l’altro stanno già facendo visto che Quoine ha dei clienti Coreani.
In definitiva, sebbeni i controlli da parte delle autorità coreane si facciano sempre più intensi, non è ancora chiaro se la chiusura Coreana riguarderà gli attuali exchanges, che eventualmente dovranno essere sottoposti a più stringenti regolamentazioni, oppure si estenderà in maniera generica a tutte le criptovalute.
Nel frattempo la valutazione del Bitcoin, che aveva toccato un minimo di $12500, è rimbalzata da quel livello ed ha nuovamente raggiunto la soglia di $13500, riprendendo il trend oscillatorio che ha caratterizzato le ultime 4 settimane.
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