Spesso ci siamo ritrovati a parlare di Brave, il browser blockchain ad alta protezione della privacy degli utenti a cui è agganciata la criptovaluta nativa BAT, sia perché si tratta di uno dei pochi casi d’uso concreti di successo di tutta l’industria sia perché reputiamo BAT un ottimo investimento in ottica di lungo periodo; oggi ritorniamo sul tema perché l’azienda ha diffuso, nella giornata di ieri, una serie di dati che dimostrano concretamente il successo riscosso sul mercato nel corso di quest’ultimo anno. Per prima cosa brave ha quasi raddoppiato i suoi utenti attivi mensilmente, passando dai 5,5mln del 2018 ai 10,4mln di oggi; questo ha coinciso con il rilascio dell’ultima versione, la 1.0, che ha contribuito a far lievitare la base utenti di altri 2,5mln di persone fino al record attuale di poco superiore ai 10mln di utenti. Ancora più impressionante, invece, è l’aumento degli editori iscritti al programma di ricompensa di brave, il cui numero è lievitato di ben 12 volte. Attualmente, quindi, gli editori verificati che sono registrati e che ricevono ricompense in BAT per gli annunci pubblicitari visionati sui relativi siti ammontano a poco meno di 350mila utenti, contro gli appena 30mila pubblisher registrati ad inizio 2019; se Brave dovesse proseguire con l’attuale tasso di crescita, quindi, potrebbe arrivare a superare un colosso come google chrome nel giro di qualche anno, con effetti pesanti anche su circuiti affermati come adsense che diventerebbero sempre meno allettanti per i pubblisher.
Del resto già oggi il numero di download su base mensile vede nettamente prevalere brave sui suoi principali concorrenti (firefox e chrome) e, se questa tendenza dovesse continuare anche in futuro, brave rischia di essere il primo prodotto blockchain a diventare realmente mainstream; questo ci permette di intravedere un futuro prossimo in cui quelli che oggi sembrano colossi indistruttibili finiranno inevitabilmente per crollare e venire sostituiti da prodotti blockchain di maggior successo e più evoluti tecnologicamente. Questo sta già succedendo coi browser, presto lo vedremo accadere anche coi motori di ricerca, con i comparatori online, gli aggregatori e probabilmente anche coi motori di ricerca, nonostante il predominio di google appaia quasi impossibile da mettere in discussione. Anche se oggi tutto questo appare quasi impossibile, infatti, fino a neanche cinque anni fa sembrava impossibile che un nuovo browser potesse mettere a repentaglio il predominio di firefox e google chrome; insomma, comunque la si voglia pensare, indipendentemente dal fatto che si sia dei cripto-entusiasti o meno, c’è da star sicuri che nei prossimi anni ne vedremo delle belle.
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