In una relazione che ha iniziato a circolare ad inizio di questa settimana il Fondo Monetario Internazionale afferma che è necessario prepararsi adeguatamente alla possibilità che l’adozione ai metodi di pagamento basati sulla crittografia possa diventare, a breve, un fenomeno di massa. Nella sua analisi l’FMI affronta le nuove tecnologie di pagamento a trecentosessanta gradi, non fermandosi solo al fenomeno delle monete blockchain ma osservando, più in generale, la questione dal punto di vista della moneta, così detta, elettronica.
Criptovalute in massa? Potrebbe diventare realtà
Nonostante la fuoriuscita di Christine Lagarde, di fresca nomina alla presidenza della BCE, l’FMI continua a dimostrarsi una delle pochissime istituzioni di rilevanza internazionale ad aver compreso che il fenomeno dei pagamenti digitali è sostanzialmente inarrestabile e, nella sua relazione, arriva ad identificare i sei criteri che, con ogni probabilità, favoriranno il passaggio a una nuovo paradigma nel sistema dei pagamenti. In particolare nel rapporto si può leggere che i bassi costi, la possibilità di spendere il proprio denaro ovunque, la fiducia che questi sistemi hanno saputo costruire intorno a se, unitamente ai vantaggi per tutti gli attori del sistema e all’elevato hype che le nuove tendenze web sanno provocare, generando un effetto rete che provoca normalmente la crescita esponenziale e inarrestabile di determinati fenomeni, sono tutti elementi che permettono già oggi di definire che le possibilità che questi strumenti vengano adottati da quote sempre maggiori di popolazione sono ormai talmente alte da non poter essere sottovalutate.
Le argomentazioni che l’FMI ha prodotto per giustificare le proprie tesi assomigliano molto agli esempi che qualunque appassionato di criptovalute ha fatto negli ultimi anni nel tentativo di spiegare per quale motivo la cripto-rivoluzione appare un fenomeno sostanzialmente inarrestabile; basti pensare, si legge nella relazione del fondo monetario internazionale, alla velocità con cui gli utenti hanno abbandonato l’uso delle mail per passare agli SMS e poi, successivamente, abbandonando gli stessi SMS in favore di chat e sistemi di messaggistica istantanea (come Whatsapp). Un’altra tesi interessante che emerge dalla lettura della relazione dell’FMI riguarda un altro aspetto che noi di ValuteVirtuali abbiamo trattato spesso negli ultimi mesi e cioè la possibilità che il paradigma economico cambi radicalmente; il monopolio delle banche centrali, in altre parole, pare comunque essere destinato a cadere, ma questo non significa che spariranno le banche centrali.
Ciò che l’FMI ipotizza, sposando le tesi che abbiamo più volte espresso su questo sito, è che si verrà a creare un sistema ibrido pubblico/privato in cui da un lato le banche centrali continueranno le loro attività come hanno sempre fatto semplicemente passando dal denaro cartaceo così come l’abbiamo sempre conosciuto alle CBDC (acronimo che indica le cripto garantite dalle banche centrali) mentre, al contempo, irromperanno sul mercato valutario, divenuto ormai sostanzialmente liberalizzato, soggetti privati che saranno comunque soggetti a regolamentazione ma la cui operatività non sarà nemmeno lontanamente equiparabile a quella delle banche. Del resto una rete blockchain non eroga prestiti, non fornisce carte o conti corrente, ma si limita a fornire l’infrastruttura attraverso cui le transazioni e i saldi dei portafogli degli utenti vengono garantiti; su questa stessa infrastruttura, ovviamente, potranno poi venire costruiti innumerevoli servizi e strumenti, non solo o non necessariamente di natura finanziaria, che è poi uno dei principali aspetti per cui la tecnologia blockchain risulta così interessante.
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