La decisione è arrivata lo scorso 8 gennaio, la camera dei rappresentanti del New Hampshire ha deciso di ritirare il disegno di legge che avrebbe consentito ai contribuenti di pagare le tasse in bitcoin; a far arenare la proposta una mozione del comitato esecutivo che ha giudicato tale eventualità come inopportuna a causa dell’eccessiva volatilità che caratterizza il mercato delle criptovalute. Secondo le autorità, in pratica, la volatilità di BTC rappresenta un rischio eccessivo per i bilanci dello stato; del resto, si fa notare dagli stessi uffici, se la proposta fosse passata sarebbe stato quasi impossibile per la DRA (l’ente che monitora le entrate dello stato) definire con esattezza l’importo preciso incassato. La cosa esilarante, se devo dirla tutta, è che poi si pretende dai contribuenti che forniscano un importo preciso dei loro investimenti in criptovalute, importo però che le stesse istituzioni dichiarano sarebbe impossibile da calcolare qualora accettassero il pagamento delle tasse in BTC; questo, chiaramente, non è un problema di volatilità, basterebbe infatti che l’istituzione preposta (in Italia sarebbe il ministero dell’economia) rilasciasse con cadenza quotidiana una nota col tasso ufficiale di cambio così come avviene per qualunque altra valuta.
Non è la prima volta che negli USA accade una cosa del genere, sono numerosi i disegni di legge presentati in tal senso nel corso degli ultimi anni e tutti si sono sistematicamente arenati sostanzialmente per lo stesso motivo; solo nel 2018, ad esempio, almeno tre disegni di legge simili, presentati in Arizona, Illinois e Georgia, si erano arenati nel giro di poco tempo. Sfugge tuttavia il vero senso di questi rallentamenti dal momento che, giusto per fare un esempio, in Svizzera, per la precisione a Chiasso, sono ormai un paio d’anni che i cittadini godono della possibilità di pagare le tasse in BTC ed è stato lo stesso sindaco della città a dichiarare che non c’è stata nessuna complicazione per il semplice motivo che la cifra, una volta incassa, viene subito convertita in franchi. Non si capisce quindi dove stia il problema e perché negli USA ci siano tutte queste titubanze nell’offrire questo tipo di opportunità ai contribuenti, dal momento che basterebbe sottoscrivere una partnership con uno dei numerosi processori di pagamento in circolazione per convertire istantaneamente i versamenti BTC in dollari americani, risolvendo così alla radice il problema
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