La notizia è di oggi, ma le indagini sono iniziate un anno fa, a maggio del 2018; grazie a uno sforzo congiunto tra gli olandesi del FIAC (Fiscal Information and Investigation Service), europol e le agenzie di controllo lussemburghesi il sito bestmixer.io, famoso nel mondo delle criptovalute per essere uno dei mixer con maggiori volumi a livello internazionali, è stato chiuso. Facciamo un po’ di chiarezza a beneficio di chi non è avvezzo alle questioni legali relative al mercato delle cripto; i mixer, chiamati in gergo anche tumbler, sono dei siti che raggruppano grandi volumi di criptovalute di provenienza spesso illecita per convertirle in denaro pulito.
Operazione congiunta in Europa per le criptovalute
Si tratta quindi sostanzialmente di piattaforme che fanno del riciclaggio di denaro il loro core business; con un comunicato stampa diramato oggi da Europol, quindi, le autorità hanno informato l’opinione pubblica della chiusura delle indagini (in corso ormai da quasi un anno) e confermato la chiusura della piattaforma. Europol ha dichiarato che Bestmixer, come dimostrato dalle indagini, nel corso dell’ultimo anno ha aiutato numerosi clienti a nascondere i proventi raccolti da operazioni criminali per mezzo di monete come Bitcoin, Litecoin e Bitcoin Cash. Le autorità hanno inoltre provveduto a sequestrare ben sei server, dislocati tra Olanda e Lussemburgo, mettendo così le mani su tutta una serie di informazioni tra cui indirizzi IP, chat, indirizzi dei wallet e dettagli delle transazioni; durante i prossimi mesi, perciò, il servizio olandese per l’investigazione e la raccolta di informazioni fiscali (FIAD) avvierà una stretta collaborazione con le autorità di altre nazioni UE tesa ad analizzare le informazioni ottenute con l’obiettivo di identificare anche i soggetti che si sono avvalsi di questa piattaforma per riciclare denaro.
Tutto questo dimostra un bel po’ di cose contemporaneamente ed è utile per screditare parte delle mistificazioni che troviamo scritte sui principali siti di informazione mainstream italiani; intanto questo dimostra che non è possibile riciclare denaro semplicemente per mezzo delle criptovalute ma che occorre appoggiarsi ad apposite piattaforme che facciano vero e proprio riciclaggio. Tali piattaforme sono facilmente identificabili dalle autorità, che possono quindi non solo farle chiudere ma anche arrestarne i proprietari mettendo così le mani su una mole impressionante di informazioni che può a sua volta aiutare l’attività d’indagine sulle persone che si sono avvalse di questo genere di servizi.
L’altra cosa importante da evidenziare riguarda la necessità di scegliere accuratamente le piattaforme su cui andiamo ad operare, il rischio che corriamo, infatti, scegliendo per pigrizia determinate piattaforme che magari hanno un processo di iscrizione che non prevede l’invio di informazioni sensibili, è di finire invischiati in indagini di questo tipo, dovendo poi dimostrare che le nostre operazioni erano in realtà lecite e che non intendevamo riciclare denaro ma semplicemente cambiarlo. Sarebbe quindi buona abitudine, per chi opera abitualmente con le criptovalute, di non avvalersi di mixer per cambiare le proprie monete, affidandosi invece ai maggiori exchange; del resto è preferibile pagare una commissione leggermente più alta sul cambio che rischiare di finire indagati per il semplice fatto di aver scelto la piattaforma sbagliata al momento sbagliato.
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