Stafford Masie, attualmente General Manager di WeWork in South Africa e prima ancora amministratore delegato di Google Africa, nel corso del SingularityU South Africa Summit (tenutosi nelle giornate del 16 e 17 ottobre scorsi) ha dichiarato che bitcoin cambierà radicalmente il futuro dell’umanità più di quanto non abbia fatto qualunque altra tecnologia; Maise ha argomentato la sua convinzione, come ogni buon bitcoiners, sostenendo che la possibilità di scambiarsi denaro senza intrusione da parte di intermediari rappresenta il più grande dono che l’umanità abbia mai ricevuto dalla tecnologia. I maggiori beneficiari di tutto questo, come anche noi di ValuteVirtuali ripetiamo da tempo, non saranno le persone che vivono nei paesi ricchi ma saranno le popolazioni più povere del mondo; è difficile comprenderne il motivo per persone che vivono in occidente e che hanno sviluppato una profonda avversione verso le banche, ma il mancato accesso ai servizi bancari è tra le principali cause di povertà nel mondo. Cose che noi diamo per scontate come ad esempio un bonifico, un prelievo al bancomat, l’acquisto di un prodotto scontato all’estero mediante carta di credito o la semplice apertura di un conto sono invece precluse a miliardi di persone nel mondo; ci sono miliardi di persone che non possono vendere i propri prodotti sui mercati globali perché non hanno accesso ai servizi bancari, ci sono miliardi di persone che non possono sfruttare internet per lavorare perché non saprebbero come fare a ricevere denaro dall’estero. Questi sono solo piccoli esempi, la cui importanza è scarsamente compresa in un paese come il nostro che non è abituato a misurarsi con certe problematiche; comunemente nel nostro paese sentiamo tante persone bollare bitcoin come una moda, o peggio ancora una bolla, definire la tecnologia blockchain inutile e priva di casi d’uso concreti. Tutte queste persone non hanno la minima difficoltà ad aprire un conto in banca, probabilmente ne hanno già diversi aperti, li usano abitualmente e non sono capaci di immaginare cosa significhi vedersi preclusa questa possibilità; per loro è completamente naturale comprare un libro su amazon e non si rendono conto che lo stesso gesto che loro compiono più volte al mese diventa impossibile per una persona che, pur avendo il denaro per comprare quel libro, non dispone degli strumenti bancari che gli consentirebbero di pagarlo. L’avvento degli e-commerce, se pure da un lato ha massacrato i nostri negozianti, dall’altro ha consentito a tantissime persone di iniziare a vendere online tanto che oggi migliaia di italiani lavorano in questo settore; pensiamo a che svolta potrebbe essere per i piccoli artigiani dei paesi più poveri poter vendere i loro prodotti sui grandi e-commerce. Del resto per vendere online basta un banale smartphone (nei paesi più poveri se ne trovano di rigenerati a pochi dollari), un accesso a internet e un conto bancario; mentre però gli smartphone e i collegamenti a internet sono diventati accessibili anche ai più poveri praticamente ovunque nel mondo l’accesso agli strumenti bancari presenta ancora oggi ostacoli che per miliardi di persone sono impossibili da superare a causa dei depositi richiesti, delle alte spese di apertura, tenuta e movimentazione del conto o, più banalmente, perché non possiedono i propri documenti. Bitcoin è la soluzione di tutti questi problemi, non porrà fine alla povertà dalla sera alla mattina, ma sicuramente permetterà a un nemero sempre maggiore di persone di uscirne nel prossimo futuro, proprio abbattendo gli ostacoli che impediscono l’accesso agli strumenti bancari e permettendo la nascita di nuove forme di economia nelle aree più depresse del mondo.
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