Il comunicato risale a ieri, pubblicato sul sito dell’azeinda, ed ufficializza la partnership con ECPay che consentirà ad Abra di vendere bitcoin presso i 6mila sportelli sparsi nelle Filippine, inclusi tutti i punti vendita 7Eleven nel paese; lo scopo è chiaramente quello di semplificare l’accesso alle criptovalute da parte delle persone comuni.
Bitcoin per valuta fiat al supermercato?
Per chi non lo sapesse ECPay è uno dei principali fornitori della 7Eleven, una catena di minimarket aperti 24 ore su 24 e che presentano al proprio interno un bancomat utilizzabile con tutti i circuiti bancari; proprio grazie a questi ATM (controllati da ECPay) sarà adesso possibile acquistare bitcoin. I clienti, infatti, non dovranno far altro recarsi al chiosco CLIQQ all’interno di qualsiasi negozio 7-Eleven nelle Filippine (o scaricare l’app mobile CLIQQ ); qui, tra le varie opzioni, troveranno anche Abra elencato alla voce “pagamento fatture“, quindi non dovranno far altro che compilare i vari campi richiesti, aggiungere l’importo scelto ed attendere che le monete vengano depositate sul loro Wallet Abra (entro 1-2 giorni lavorativi esclusi weekend e festivi).
Ovviamente saranno previsti dei limiti sia per il deposito che per il prelievo, che vanno contestualizzati per quella che è la realtà delle Filippine; il deposito minimo, ad esempio, è di 9,59$ che a noi italiani potranno sembrare pochi ma che nelle Filippine (dove lo stipendio medio è di 250$) non lo sono. Lo stesso vale per il deposito massimo, 1917$ che a noi sembreranno una cifra abbastanza ragionevole ma che nelle Filippine sono, letteralmente, una valanga di soldi (praticamente quasi otto volte il salario medio, come prelevare 10mila euro qui in Italia).
Notizie come questa ci dimostrano ancora una volta come l’industria blockchain sia particolarmente attiva e vivace in paesi a cui noi, forse anche per una forma di razzismo, non attribuiremmo alcuna rilevanza ma che, invece, sono comunemente considerati strategici dalle aziende fintech; questo, molto presto, inizierà a configurarsi come un grosso problema soprattutto per noi europei (visto che gli americani sono comunque molto più avanti di noi) e, più in particolare, per noi italiani dal momento che alla già scarsa considerazione delle aziende del settore si somma anche un quadro normativo lacunoso che non incoraggia ad investire nel settore ed istituzioni assolutamente inadeguate a gestire la situazione.
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