Mentre il prezzo di bitcoin è entrato in una fase di stanca, con le quotazioni che subiscono la pressione ribassista degli orsi l’hashrate, cioè la potenza di calcolo espressa dalle rete, ha segnato un nuovo massimo storico; stando ai dati pubblicamente disponibili dalle varie risorse di monitoraggio della blockchain online, infatti, l’hashrate bitcoin ha segnato un nuovo record a 114 EH/s nella giornata di ieri. I dati disponibili non sono tutti uguali, l’hashrate viene infatti semplicemente stimato, ed alcune società di analisi segnalano addirittura un hashrate pari a 134 EH/s, la media dei dati raccolti dimostra però che ad ottobre la potenza di calcolo espressa dalla rete ha certamente toccato un nuovo massimo storico; a prescindere quindi dai differenti metodi d’analisi usati dalle varie aziende che forniscono dati statistici su bitcoin che si sia toccato un nuovo record (è la quinta volta quest’anno) è sostanzialmente certo. Dal momento che l’hashrate tende ad aumentare in base alle previsioni dei miners sull’andamento del prezzo questo è un segnale estremamente rilevante in termini di sentiment; senza stare qui a domandarci se sia il prezzo a seguire l’hashrate o il contrario, quindi, quello che è certo è che i miners considerano evidentemente ci siano ottime prospettive di redditività per il settore e, di conseguenza, stanno investendo nell’estrazione mineraria facendo decollare la potenza di calcolo espressa dalla rete. Occorre però considerare che le quotazioni attuali sono già pericolosamente vicine ai valori limite sotto i quali minare, in virtù del costo dell’elettricità, cessa di essere remunerativo; sembra infatti che già oggi alcuni minatori abbiano iniziato a minare in perdita, se il prezzo dovesse scendere ulteriormente e scivolare sotto i 7mila dollari praticamente tutti i minatori che non usano energia rinnovabile autoprodotta per portare avanti la loro attività rischiano di iniziare ad accumulare perdite e, a quel punto, anche l’hashrate della rete inizierà a calare di conseguenza. Il fatto però che ci avviciniamo al prossimo halving (nella primavera del 2020) sta evidentemente giocando un ruolo importante nelle valutazioni dei minatori, i quali sperano che, come sempre accaduto fino ad oggi, al dimezzamento del premio per aver minato un blocco corrisponda un’impennata dei prezzi ed è probabilmente proprio per questo che ormai sin dall’inizio dell’estate l’hashrate continua a macinare record su record. Staremo a vedere come evolveranno le cose e se i tori torneranno a controllare i mercati dopo aver subito la pressione ribassista sin dall’inizio di questo mese.
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