L’assemblea generale della Virginia discuterà, nella giornata di domani, una proposta tesa a studiare l’applicazione della tecnologia blockchain nei processi di voto; la proposta, avanzata lo scorso 27 Dicembre da Hala Ayala (delegata di stato e specialista in sicurezza informatica), dovrà affrontare una lunga procedura prima di poter diventare legge, se però alla fine di tutto l’iter la Virginia dovesse decidere di avviare una sperimentazione per una piattaforma di voto blockchain questo potrebbe cambiare radicalmente i processi elettorali in uno stato in cui abitano più di 8mln di persone. Presto la palla passerà al dipartimento che si occupa proprio di gestire i processi elettorali, il quale dovrà determinare se i costi e i benefici dell’utilizzo della tecnologia blockchain superino quelli delle tradizionali misure di sicurezza usate normalmente per gestire le contese elettorali e formulare eventualmente delle raccomandazioni sul modo in cui implementare la nuova tecnologia. Test di voto su piattaforma blockchain sono già stati eseguiti con successo in West Virginia e in Colorado, così come pure nella città di Denver e nella contea dello Utah.
Sembra quindi che negli USA si stia diffondendo rapidamente la volontà di sperimentare la tecnologia blockchain nei processi di voto, con buona pace di tutti coloro che sostengono che si tratti di un mezzo poco sicuro; ricordiamo, inoltre, che durante uno dei test si è registrato anche un tentativo di attacco non andato a segno che, chiaramente, è stato prontamente notato. In quella circostanza chi di dovere non ha fatto altro che assicurarsi che il voto fosse regolare, poi la palla è passata all’FBI che ha aperto le indagini per risalire ai responsabili (anche se l’ipotesi più condivisa è che si sia trattato di studenti di informatica che intendevano solo testare la solidità della piattaforma). Anche se il voto attraverso piattaforme blockchain è ancora fortemente osteggiato sono in corso, non solo negli USA ma un po’ in tutto il mondo, diverse sperimentazioni per implementare questa tecnologia nei processi elettorali; in alcuni casi, come ad esempio accaduto a Mosca, è emerso immediatamente che la piattaforma risultava inadeguata in termini di sicurezza (nel caso specifico a causa di un algoritmo di hashing troppo datato), ma in tanti altri casi, invece, i test hanno dato ottimi risultati. Ci vorranno comunque ancora parecchi anni prima che uno stato possa valutare la possibilità di una transizione completa dei processi elettorali su piattaforma blockchain, tuttavia questo appare ormai inevitabile visti i benefici, in termini di costi, che questo comporta e gli ottimi standard di sicurezza che questa tecnologia è normalmente capace di offrire.
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