Bitcoin Usd
L’incredibile bitcoin sfida la forza di gravità e si invola oltre 16 mila dollari prima di ripiegare sotto questa soglia venerdì.
Ovviamente sul mercato in tanti si chiedono da dove arrivi questo denaro e come mai la forza della criptovaluta più famosa si è moltiplicato in modo così esponenziale nell’ultimo mese.
Non sarà certamente LA risposta, ma crediamo che una buona fetta di responsabilità sia da imputare all’annuncio di lancio dei contratti futures su bitcoin arrivati tra fine ottobre e fine novembre da CME e Nasdaq.
Il 31 ottobre da Chicago il CME annunciava la volontà di lanciare un future sul bitcoin che partirà proprio fra pochi giorni. Il 29 novembre un annuncio simile arrivava da Nasdaq. Entrambe le notizie hanno dato un boost a bitcoin, anche se la seconda sembra aver alimentato la componente speculativa più marcata.
Se infatti osserviamo il grafico ci rendiamo conto come, contemporaneamente all’annuncio di Nasdaq, la distanza tra prezzo spot e media a 100 giorni aveva toccato un massimo (90%) che in passato aveva favorito la formazione di un top primario. Eccessi che il mercato ripianava riportandosi verso la media mobile (linea rossa).
Stavolta è andata diversamente con un’azione che invece di raffreddarsi si è infuocata facendo esplodere questo spread tra spot e media mobile 100 giorni a 170%. Dal nostro punto di vista il movimento di prezzo sviluppatosi sopra 10 mila è di esclusiva componente speculativa e come tale molto pericoloso da assecondare.
Crediamo che oltre a 10000, la media mobile a 10 giorni di 12500 rappresenterà il primo consistente livello di supporto sul quale tornare a valutare il long (media che cresce di 700 Usd al giorno). La figura cosiddetta di “hanging man” di venerdì potrebbe essere un indizio di correzione, ma con bitcoin ogni segnale di inversione non sembra essere risultato molto efficacie nelle ultime settimane.
Ethereum Usd
Il travolgente bitcoin non riesce a trascinare tutto il rrestante mondo delle criptovalute. Se infatti osserviamo cosa è successo nelle straordinarie 24 ore tra mercoledì e giovedì in cui bitcoin è passato da 14000 a 16000 Usd, notiamo come alla doppia cifra percentuale di BTC non ha corrisposto un analogo comportamento delle altre cryptocurrency che, soprattutto giovedì, hanno tutte perso terreno. Altrettanto interessante la reazione di venerdì quando, al calo del bitcoin ha corrisposto un rialzo di tutti gli altri. Decorrelazione pura.
O bitcoin è migliore delle altre (e allora come mai il mercato se ne accorge ora) oppure BTC sta cannibalizzando il resto del mercato grazie all’effetto attrazione esercitato dai contratti futures che verranno quotati tra il 10 e il 18 dicembre sui mercati americani.
Una delle vittime eccellenti di questo “cannibale” bitcoin è ethereum.
Dopo la rottura rialzista di 380 del 22 novembre ETH è salito fino a oltre 500 Usd prima di cominciare una fase di riflessione.
Fenomeno inevitabile alla lue di oscillatori eccessivamente tirati dal lato dell’ipercomprato e che richiedevano una pausa per smaltire un po’ di tossine.
La notizia positiva, almeno per ora, è che lo Stocastic Momentum Index, l’oscillatore che stiamo utilizzando in questo grafico, sta velocemente resettandosi. La notizia negativa è che ethereum non dovrebbe essere pronto a ripartire fino a quanto lo Stocastico non sarà sceso in area -60. La storia recente ci insegna che senza questo passaggio di minimi primari non se ne parla.
Se i supporti di 390/425 reggeranno (e la vigorosa reazione di venerdì sembra confermare) questa fase di maggiore pressione in vendita, allora lo scenario si farà piuttosto interessante per ethereum.
Avremo a quel punto un mercato che avrà confermato la rottura bullish, avrà scaricato gli eccessi e potrà provare a emulare almeno in parte il rally di bitcoin.
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