Bitcoin USD

Serve molta pazienza con questo bitcoin che nell’ultimo anno ha sempre reagito in massimo un paio di giorni al test con la media mobile a 100 giorni rappresentata sul grafico con la linea rossa. Questa volta non sta andando nella stessa maniera ed il mese di gennaio 2018 verrà ricordato come uno dei peggiori della storia di BTC.

Il movimento correttivo iniziato a dicembre 2017 sembra essersi esaurito così a 9200 Usd con il minimo del 17 gennaio a cui stanno seguendo ormai 8 sedute ingabbiate in un range tutto sommato ristretto. Per bitcoin è un po’ un record una sequenza di prezzo raggruppata dentro circa 2000 Usd di range. In teoria tutto fieno in cascina per coloro che vogliono tornare ad investire su bitcoin.

La conferma di questo arriva anche dall’andamento del più tipico indicatore di ipercomprato/ipervenduto, ovvero l’RSI. La linea rossa della sezione inferiore del grafico ci fa vedere come il pattern è in linea con quello che è già successo in passato quando il prezzo ha colpito la media mobile a 100 giorni. In tutti i casi l’RSI si posizionava sotto 40 come ora. Quando avremo un formale segnale di ingresso? Crediamo che il superamento della media mobile a 10 giorni in transito a 11600 fornirà il segnale di ingresso che dovrebbe rimuovere l’incertezza di coloro che stanno ancora ai margini del mercato.

Non sarà preciso alla giornata, ma il ciclo che ogni  44 giorni intercetta un minimo di BTC sembra essere un altro indizio a favore di una ripartenza di bitcoin in tempi brevi.

Ripple EUR

La Ripple mania sembra essere definitivamente accantonata con una bolla, in questo caso sì, che aveva proiettato Ripple ad inizio 2018 fino a 2.75 da 0.20 di dicembre. Una moltiplicazione di valore di oltre 13 volte in pochissimi giorni che aveva spinto alcuni entusiasti seguaci di XRP a considerarlo come il nuovo bitcoin. Indubbi vantaggi in termini di velocità di transazione ed anche di uso a fini commerciali, ma l’assenza di quella maturità finanziaria che sta permettendo a bitcoin di sgonfiare progressivamente quel plusvalore accumulato fino a dicembre in modo troppo veloce senza esplodere come è successo invece a Ripple.

Tutto lo spettacolare movimento bullish è stato ritracciato già al 78.6% segno di una speculazione che ormai ha lasciato il mercato e che ora dovra riorganizzarsi.

Ovviamente in questi casi l’analisi tecnica va presa con le molle, ma certamente possiamo annoverare tra i supporti più importanti la tweezer bottom del 16 e 17 gennaio di 0.70.

Gli oscillatori come l’RSI ovviamente sono entrati in ipervenduto, ma non sempre questo è segnale di rimbalzo immediato. In casi come questi in cui una bolla speculativa come quella vista su Ripple esplode, servono settimane di consolidamento sui supporti per permettere al mercato di ricostruire le posizioni.

Sarà perciò importante per XRP cominciare a costruire una base attorno ai supporti, prerequisito essenziale per cominciare nuovamente ad essere costruttivi fra qualche settimana.

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