Quello che in pochi vi dicono sul trading di Bitcoin e delle criptovalute

La tecnologia innovativa alla base di Bitcoin e delle criptovalute fornisce agli investitori l’occasione di ottenere profitti importanti, ma comporta al contempo una esposizione al rischio dei nostri risparmi da non sottovalutare.

Le operazioni finanziarie come gli investimenti rappresentano una scelta personale e non bisognerebbe farsi influenzare dalle persone che sono riuscite in questo settore, in quanto non si tratta di un percorso in discesa, ma di un’attività piuttosto articolata dal punto di vista tecnico ed emozionale.

E’ vero anche che gli strumenti finanziari tradizionali sono in genere più semplici da sfruttare, sebbene si dimostrino più complessi sul versante burocratico e fiscale; peraltro la volatilità dei mercati classici non è cosi elevata come quella che si riscontra sulle piazze virtuali.

Ciò nonostante, oggigiorno sappiamo che è sufficiente un dispositivo connesso ad internet per iniziare a fare trading in assoluta autonomia. Nel caso dei mercati tradizionali ci sono degli enti preposti alle verifiche di idoneità dell’investitore, ovvero società che si accertano se gli operatori hanno sufficiente esperienza per poter cominciare a fare trading.

Persino nelle scommesse online le piattaforme predispongono dei controlli per fare in modo che il giocatore non sia esposto a perdite troppo alte. In buona sostanza i governi hanno istituito delle regolamentazioni per proteggere e tutelare l’utenza che espone al rischio i propri soldi. Nel mondo delle criptovalute invece nessuno viene controllato, non essendoci limiti o prerogative di tutela per i consumatori.

In virtù della natura decentralizzata delle monete digitali crittografate, caratterizzate da regolamentazioni praticamente inesistenti, questo settore viene spesso giudicato come un ambiente niente affatto limpido dove tutto può succedere. E’ certo che investire denaro nelle criptovalute non vuol dire arricchirsi velocemente, anche se le situazioni di implementazione e sfruttamento della tecnologia blockchain sono in aumento.

Tante attività legate a Bitcoin e alle cripto sono tuttora di pura speculazione, nonostante con il trading di questi asset non ci sia alcuna garanzia certa di profitto. I mercati virtuali sono molto volatili e pur condividendo le caratteristiche operative dei mercati azionari e valutari, restano decentralizzati, non regolamentati e altamente instabili.

Per questa serie di caratteristiche vi saranno enormi profitti e grandi perdite, come grandi investitori ed investitori falliti. Bisogna essere ben consapevoli del fatto che se si decide di operare sui mercati virtuali si può tranquillamente perdere tutto il denaro accantonato sul conto trading o su un exchange, così come accade in Borsa.

Al momento abbiamo una capitalizzazione di mercato di 60 miliardi di dollari, numeri che lasciano intendere quanto quello di Bitcoin sia un cammino difficoltoso. Teniamo presente che il mercato azionario può subire un crollo del 25% ed innescare una crisi economica globale, le criptovalute invece possono bruciare lo stesso 25%, pari ad una perdita mediamente normale per l’intera platea degli operatori.

Di conseguenza, l’ammontare dell’investimento dovrebbe essere equivalente a quanto ci si può permettere di perdere. E’ del tutto comprensibile che quando un mercato realizza un + 10%, +15%, +20% ed in altri casi superi anche il 50%, vi siano tanti operatori disposti a far carte false per entrare in questo business, ma le criptovalute non sono uno schema per arricchirsi rapidamente.

Dal lato statistico possiamo affermare che la maggior parte delle criptovalute ha ceduto il 90% dal loro livello massimo. Numeri che non lasciano dubbi su ciò di cui si sta parlando. D’altro canto la storia della finanza ci insegna che nessun asset può crescere sempre, prima o poi registrerà un crash e Bitcoin non esente da tutto questo.

Non possiamo certo dimenticare che Bitcoin in passato ha sfiorato i 20.000$ prima di scivolare pesantemente attorno i  3.500$ in fase di scrittura di quest’articolo. E’ risaputo che la fortuna esiste e potrebbe capitare di acquistare in un momento rialzista del mercato, ma la componente emotiva resta. Per cui è bene non seguitare a ripetersi “ Se avessi comprato i Bitcoin quando valevano 5$”, perché molto probabilmente li avremmo venduti quando erano arrivati a 10 – 12 dollari, chissà, perdendo una enorme fetta di profitto.

In ambito operativo un discorso a parte va fatto sul trading giornaliero. La maggior parte dei crypto-trader considera il trading intraday, molti ci hanno provato, alcuni con discreto successo, altri purtroppo no. Il day-trading è complesso ed energivoro, bisogna essere completamente in sintonia con il mercato e le news, seguire i vari trends e usare l’analisi tecnica per portare a casa i profitti. Il problema di questo modo di investire è che il mercato può comportarsi irrazionalmente e si dovranno combattere le emozioni, come la paura e l’avidità, per “sopravvivere”.

La maggior parte degli investimenti in criptovalute sono speculazione, ma ciò su cui speculiamo è che in futuro le valute digitali diventeranno forme di pagamento e i token saranno supportarti da sistemi e tecnologie che rivoluzioneranno i mercati e la società. E’ naturale quindi, che da questo angolo di osservazione le operazioni a breve termine perdono peso e sono rivalutati gli investimenti di lungo periodo.

Di Vincenzo Augello

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