Gestione della posizione di trading: stop loss e take profit

Lo stop loss ed il take profit sono due strumenti essenziali nella composizione della strategia di trading. Attraverso questi due riferimenti infatti si possono individuare soluzioni di gestione del rischio che ogni trader dovrebbe pianificare in anticipo, prima di entrare sul mercato con una operazione speculativa.

Stop loss e take profit determinano il livello di rischio di una trade ovvero il rapporto rischio – rendimento. Quest’ultimo mostra il rischio che sta prendendo un trader rispetto al potenziale guadagno se l’operazione avrà successo. Calcolare il rapporto  rischio – rendimento è semplice. Lo stop loss indica il rischio mentre il take profit mostra il potenziale profitto.

Di conseguenza, se per una specifica operazione lo stop loss è fissato a 100 euro ed il take profit a 200 euro, allora il rischio – rendimento sarà 100:200 o meglio 1:2. Più grande è il rapporto rischio – rendimento e più facilmente si sarà in grado di assorbire le perdite nel tempo.

Un rapporto rischio – rendimento accettabile per i neofiti del trading è 1:3. Ogni valore sotto 1:2 si rivelerebbe troppo rischioso data la volatilità dei mercati valutari e criptovalutari. In merito i professionisti dei mercati sostengono che un’adeguata configurazione del rapporto rischio – rendimento costituisca il vantaggio più importante concesso all’operatore finanziario.

Tanti manuali di trading suggeriscono di rifiutare trade setup con un rapporto rendimento / rischio inferiore 3:1 e molti trader si attengono a questa regola prima di investire del denaro in una posizione speculativa, anche se ha una elevata probabilità di successo. Altri si rifiutano di entrare in una posizione a meno che non calcolino un rapporto rendimento / rischio di 5:1 fra l’obiettivo di profitto ed il prezzo di stop loss.

Nella roulette del casinò, ad esempio, l’esposizione al rischio è pari a 1:1, ossia a fronte di un potenziale guadagno di 1 euro vi è la possibilità di perdere altrettanto. Se un trader invece cerca di ottenere un profitto di 5 euro per ogni euro che rischia in una posizione, otterrà un guadagno nel corso del tempo in virtù della configurazione 5:1 , purchè il tasso di operazioni vincenti rimanga superiore al 20%.

Ciò significa che, anche qualora il trader perda otto operazioni e ne azzecchi soltanto due, continuerà a realizzare profitti. E’ chiaro che l’operatore otterrebbe un guadagno maggiore con un tasso di operazioni vincenti superiore, ma questo esempio serve soltanto a spiegare il concetto di base a cui tutti i traders dovrebbero attenersi.

Gli otto trade che si concludono in stop loss di 1 euro generano una perdita complessiva di 8 euro, ma i due trade vincenti di 5 euro comportano un profitto totale di 10 euro. Sottraendo al guadagno di 10 euro la perdita di 8 euro, il trader otterrà un profitto di 2 euro dalle dieci operazioni: è questo che concretizza una strategia smart ovvero il vantaggio matematico che scaturisce da un trade setup e da un money management consapevole e razionale.

Adottando questo tipo di mentalità, persino ogni sforzo predittivo sulla direzione futura del mercato di riferimento passa in secondo piano. In estrema sintesi, in questo tipo di vantaggio costruito a tavolino, l’obiettivo di profitto è sempre maggiore del rischio di un trade definito dal prezzo di stop loss.

All’interno della configurazione del rapporto rischio – rendimento assume valore anche la dimensione della posizione. Il modello cosiddetto di position – sizing non dovrebbe essere troppo complesso, ma certamente è opportuno sapere in anticipo l’ammontare dei volumi di scambio da introdurre a mercato. Come altri aspetti del trading, anche la scelta delle dimensioni delle posizioni rassomiglia un po’ ad un numero da equilibrista: posizioni di dimensioni sistematicamente troppo esigue comporteranno profitti non sufficienti, mentre posizioni di dimensioni sistematicamente troppo grandi possono comportare il rischio di dissesto del proprio conto trading e la perdita dell’intero capitale investito dopo una serie consecutiva di operazioni perdenti.

Molti trader in erba commettono l’errore di ipotizzare che, qualora perdano il 50% del loro conto, sia sufficiente aprire posizioni di dimensioni maggiori per ottenere un guadagno del 50% e recuperare il terreno perduto. Dal punto di vista matematico , questo ragionamento è infondato: una perdita del 50% del capitale richiede di fatto un guadagno del 100% sui restanti fondi per ritornare al livello iniziale. A titolo esemplificativo poniamo un conto trading di 100.000 euro e che ad una certa data questo conto si sia ridotto a 50.000 euro, perdendo il 50% del valore.

Per riportare il conto al valore iniziale di 100.000 euro, il trader dovrà raggiungere un tasso di rendimento del 100% sui restanti 50.000 euro il che, per quanto non sia impossibile, sarà certamente poco probabile. In pratica, se il trader non avesse usato una position – sizing così aggressiva all’inizio, il conto non si sarebbe dimezzato.

Quello che invece premia nel trading è sovente una politica dei piccoli passi, fatta di pazienza e osservazione della variabilità dei prezzi. Invero, è anche la volatilità specifica di un asset che guida l’operatore nella pianificazione della dimensione della posizione e nella scelta di un razionale money managment. Probabilmente molti operatori troveranno più funzionale una position – sizing inferiore all’aumentare della volatilità e viceversa. Ma ciò non costituisce una regola.

Di Vincenzo Augello

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