Mercati centralizzati e decentralizzati: particolarità sul piano pratico

Un mercato si definisce centralizzato quando una terza parte svolge il ruolo di garante degli scambi e mette a disposizione degli utenti l’infrastruttura necessaria per perfezionare le transazioni, mentre un mercato decentralizzato non è garantito da nessuna terza parte ed il suo funzionamento è gestito da un registro distribuito, con una logica perlopiù equivalente all’infrastruttura delle divise digitali crittografate.

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Mercati centralizzati e decentralizzati

Nella scelta di quale tipologia di exchange attivare entrano in gioco differenti aspetti, come la sicurezza della piattaforma, la liquidità, le commissioni e  la semplicità di utilizzo. Nel dettaglio, la comprensione dei due principali tipi di mercato contribuisce ad una migliore consapevolezza sul mondo delle cripto. Come ho appena specificato, un mercato centralizzato è rappresentato da una terza parte che opera alle stregua di un agente di garanzia per le transazioni portate a termine e, mettendo a disposizione una piattaforma, consente l’incontro tra domanda e offerta.

Lavorare sui mercati centralizzati, attualmente, è probabilmente la scelta più facile per avvicinarsi alla finanza delle criptovalute ma al tempo stesso non è esente da alcune problematiche. La più importante riguarda la sicurezza. Per tradare serve trasferire i propri fondi su un account indicato dall’exchange, perdendo quindi il possesso sulla valuta medesima. La perdita della gestione del proprio capitale è di fatto in contraddizione con una delle regole fondanti di Bitcoin: restituire alle persone il possesso dei soldi. Inoltre, affidando i nostri fondi all’exchange, si è esposti a rischi di tipo informatico.

Come già successo in passato, i siti degli exchange possono essere violati da hacker, con conseguente furto delle valute presenti sui loro wallet. Un esempio classico è quanto è avvenuto a MtGox nel 2014, quando un articolato attacco informatico ha svuotato l’ampio caveau della società, facendo evaporare 750.000 bitcoin di proprietà dell’utenza. Gli exchange centralizzati presentano anche limitazioni, in particolare nelle operazioni di prelievo della valuta. In effetti le piattaforme centralizzate presentano dei limiti giornalieri e mensili nel prelievo di criptovaluta o valuta fiat.

L’utente pertanto non si ritrova la piena libertà nella movimentazione e nella gestione del proprio denaro. Inoltre, anche il motore che fa funzionare le transazioni sulle piattaforme centralizzate potrebbe riflettere un problema per gli utenti: faccio riferimento al modello alla base chiamato IOU (I Owe You). In verità, nel momento in cui due utenti effettuano una transazione, questa non restituisce subito il trasferimento delle due valute in oggetto, ma viene soltanto registrata su un database mantenuto dall’exchange.

L’utente quindi, sul proprio account ha solo una rappresentazione contabile della valuta ma non la valuta in concreto. Soltanto quando l’utente decide di fare il prelievo, la piattaforma esegue anche la transazione “fisica”. Come è facile desumere, nello spazio di tempo che passa tra la transazione contabile e quella “fisica” l’utente deve affidarsi completamente alla piattaforma centralizzata e al suo sistema di gestione. Queste incongruenze non sono presenti nei mercati decentralizzati. In questo ultimo caso, per poter operare, non è necessario trasferire il denaro sull’account dell’exchange, in quanto la valuta rimane sempre nel possesso dell’utente, aspetto che garantisce dalla perdita dei propri fondi causata da possibili attacchi informatici alla piattaforma centralizzata.

Peraltro, ciò consente di usare liberamente i propri fondi, per l’assenza fattiva di limiti al prelievo. Il motore che governa le transazioni sui mercati decentralizzati permette il trasferimento immediato delle valute in oggetto senza utilizzare note contabili.

Le due controparti, nel momento stesso in cui la transazione viene conclusa, vedranno la movimentazione “fisica” delle due valute dai rispettivi wallet. Alla base di questo sistema ci sono gli Atomi Swap. Si tratta di una tecnologia che può essere definita come l’exchange di una criptovaluta verso un’altra criptovaluta:  si concretizza cioè in una transazione cross – chain, che scrive contestualmente sulle blockchain delle due differenti cripto.

Gli Atomi Swap usano gli Hash Time – Locked Contracts (HTLCs) per assicurare il corretto funzionamento della transazione. Gli HTLCs sono un nuovo tipo di smart contract che consente, mediante hashlock e timelock, di concedere a un utente di riscuotere un pagamento entro un determinato limite di tempo solo dopo aver fornito un certificato crittografato del pagamento o, in alternativa, annullare la transazione in caso di mancato pagamento.

Gli exchange decentralizzati, probabilmente, costituiscono lo standard futuro per le contrattazioni perché coinvolgono gran parte dello spirito che é alla base delle criptovalute ma, attualmente, registrano ancora qualche problema. In buona sostanza non sono di facile utilizzo, usare le piattaforme decentralizzate non è quasi mai intuitivo, mentre le piattaforme centralizzate offrono meno difficoltà. Inoltre i mercati decentralizzati non hanno volumi di scambio elevati e può succedere di non trovare una controparte per concludere una transazione.

Tra gli exchange centralizzati più famosi vi sono Poloniex e Coinbase, mentre tra le piattaforme decentralizzate non dimentico Blocknet: www.blocknet.co, Stellar Dex: www.stellarterm.com e Bisq: www.bisq.network . In questo articolo non ho cercato di chiarire quale fosse la soluzione ottimale, ovvero non ho voluto neanche provare a rispondere alla domanda su quale fosse il mercato migliore. Entrambi i tipi di piattaforme hanno punti a favore come svantaggi, per cui l’esperienza ed il tempo riconsegneranno senz’altro elementi di indagine più precisi.

Di Vincenzo Augello

*Fonti: Bitcoin: guida all’uso delle criptovalute e della tecnologia Blockchain (R. Caetano, Apogeo 2017)

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