Scegliere il Broker per Investire in Criptovalute

Alcune delle domande che ci si pone quando si è sul punto di incominciare a fare trading nel forex o su una divisa elettronica è, a chi sto affidando il mio capitale ? Quali garanzie ho effettivamente di recuperare il mio denaro, oltre i miei profitti raggiunti ed ottenuti con la piattaforma di trading ? In effetti qualunque sia l’intermediario non esistono garanzie assolute che una sua situazione di difficoltà finanziaria o di un suo fallimento, non possa mettere a rischio il capitale versato dal trader.

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Scegliere il Broker per l’investimento

In questo caso l’unico consiglio che si può dare è quello di recuperare quante più informazioni possibili, cercando anche sulla Rete, così come è buona abitudine per qualunque altro investimento tentare di diversificare. Nel dettaglio, è preferibile investire solo una parte del proprio capitale con un broker, destinando il resto ad un altro intermediario. Anzi, tradare con più conti, e semmai con piattaforme diverse, può risultare alla fine una strategia che ripaga anche l’investitore di valute virtuali.

D’altro canto è buona norma ed opportuno, appena possibile, prelevare almeno una parte dei propri guadagni, lasciando depositato soltanto il denaro utile per operare. Peraltro, é bene ricordare che il broker non ha interesse a che un trader chiuda in perdita il suo conto trading: i suoi guadagni, ovvero gli spreads, sono ottenuti con gli eseguiti, e quindi più operazioni fanno gli operatori, più guadagna. A conti fatti, il lavoro del broker è quello di mediare: trovare un compratore per un venditore e viceversa, e trarre profitto appunto dalla mediazione di entrambi. Tornando alle guarentigie, ovvero alla sicurezza dei conti aperti presso un broker, alcuni rimedi sono impliciti nel sistema che regola l’attività degli intermediari, in America, in Inghilterra, in Italia ed in parte anche in Svizzera.

E’ opportuno infatti controllare sempre dove ha sede legale il broker con il quale si intende operare e a quali organi di controllo è subordinato. In Italia esistono poche piattaforme che offrono servizi di intermediazione e tutto questo costringe ad affidarsi ad operatori che, sebbene legittimamente autorizzati  e controllati dagli appositi organi di vigilanza dei loro paesi, restano fuori del circuito nazionale ed istituzionale delle banche e di conseguenza restituiscono minori garanzie di liquidità e solidità.  Questo comunque non deve frenare, né costituire un deterrente per l’investitore di divise elettroniche, che invece offrono interessanti opportunità di guadagno legate soprattutto alla volatilità; basta prendere alcune precauzioni.

Innanzi tutto è opportuno conoscere le differenze che caratterizzano gli intermediari, consultare gli indirizzi internet relativi a ciascun broker, procurandosi un elenco esaustivo di brokers del mercato virtuale. Da questi siti si potranno conoscere le loro caratteristiche principali e le loro condizioni economiche.

IN PARTICOLARE E’ CONSIGLIABILE VERIFICARE:

  • Dove dichiarano di avere la sede legale
  • Quali sono gli organi di vigilanza a cui sono subordinati
  • A quanto ammonti il versamento minimo per aprire un conto trading, tenendo presente che operare con un capitale inferiore a 1000 € è sconsigliabile
  • Se è possibile ordinare versamenti direttamente in euro e pertanto se sia possibile gestire un conto in moneta UE
  • Quali siano le modalità di versamento e di prelievo
  • Se l’assistenza è in italiano
  • Quali sono gli spreads sulle maggiori coppie di valute comprese quelle virtuali
  • Se vi sono limiti di lotto per operare
  • Che tipo di piattaforma propone: piattaforma web o piattaforma eseguibile(.EXE) ed installabile sul proprio computer
  • La durata della piattaforma demo

Fatto questo non resta altro che scegliere, tra i tanti, almeno un paio di società e cominciare a testare le condizioni operative attraverso una demo, la piattaforma per il trading simulato che consente di conoscere i mercati finanziari senza spendere neppure un euro di investimento. Qualunque piattaforma sceglierete, verificate che restituisca una visualizzazione limpida dei grafici, facilità di impostazione dei medesimi, degli indicatori tecnici e delle linee di studio. Se vi rimangono ancora dei dubbi, quando il broker dichiara di essere soggetto ad organi di vigilanza, visitate il sito degli organi di vigilanza e cercate notizie su di essi.

Resta il fatto che operare con più brokers, almeno due, è di gran lunga la strategia migliore. Innanzi tutto perché ciò vi consente di continuare a fare trading anche se, per un qualsiasi motivo, siete bloccati da operazioni in corso e da mancanza di margine su uno dei due. In secondo luogo perché in questo modo viene distribuito il vostro capitale investito, evitando al contrario di concentrarlo su un unico broker, dilazionando così l’esposizione al rischio derivante da eventuali o temporanee difficoltà dell’uno o dell’altro intermediario.

Infine, se aprite un conto presso un broker italiano, svizzero o inglese, non ci dovrebbero essere difficoltà ad aprirlo in euro. Se invece lo aprite presso un broker estero vi sono due possibilità. La prima è che vi faccia tenere il conto direttamente in euro; la seconda è che vi faccia tenere il conto in euro, ma che vi richieda il versamento in dollari americani, con l’opzione di convertirlo in euro, durante il periodo di operatività.

I broker con i quali lavoriamo sono qulli che potete trovare recensiti qui >>

Questo contenuto non deve essere considerato un consiglio di investimento. Non offriamo alcun tipo di consulenza finanziaria. L’articolo ha uno scopo soltanto informativo e alcuni contenuti sono Comunicati Stampa scritti direttamente dai nostri Clienti.
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